New York aumenta il salario dei rider per legge: è scontro con le aziende

New York ha approvato una legge che aumenta il salario dei rider: le principali aziende del delivery, però, non l'hanno presa bene.

New York aumenta il salario dei rider per legge: è scontro con le aziende

Alla comodità del delivery da sempre si oppone un ingombrante problema etico, che potremmo battezzare la “questione rider“: un bagaglio di controversie che spaziano da condizioni lavorative pericolose che sovente sfociano in incidenti stradali, pestaggi di gruppo e consegne da ultramaratoneti e che, cosa non meno importante, confinano con la presenza di un torbido problema di fondo – quello del salario irrisorio. Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, New York ha provato a tamponare parte della questione approvando una legge che assicurerebbe ai nostri amici centauri un significativo aumento salariale, passando da una media di undici dollari l’ora a un minimo di 17,96 mance escluse. Qualcuno, però, non l’ha presa bene.

New York aumenta il salario dei rider, e le aziende di delivery non ci stanno

rider

È bene notare che la legge sul salario dei rider avrebbe dovuto entrare in vigore nel territorio di New York nella giornata di mercoledì 12 giugno. Parola chiave – “avrebbe dovuto”. Eh sì, perché di fatto il giudice della Corte Suprema di Manhattan, Nicholas Moyne, ha emesso un ordine restrittivo di natura temporanea che, al momento, impedisce l’attivazione della legge. Il motivo è semplice: DoorDash, Grubhub, Uber e Relay, alcune delle principali aziende attive nel settore del delivery, hanno deciso di intentare causa contro la nuova legislazione.

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I Fantastici Quattro hanno presentato “molteplici preoccupazioni” circa l’entrata in vigore della legge in questione – preoccupazioni che spaziano dal modo in cui la novità potrebbe influenzare le rispettive aree di consegna fino al timore che i rider possano finire per essere pagati da più un’app in contemporanea. Un portavoce di Uber ha addirittura affermato che il suo obiettivo era “lavorare con la città e tutte le parti interessate per trovare una regola salariale minima che non abbia conseguenze devastanti per rider, consumatori e ristoranti”.

Dal canto suo, Door Dash ha invece affermato di avere contestato “la metodologia utilizzata dal Dipartimento per la protezione dei consumatori e dei lavoratori (DCWP) della città di New York” per stabilire l’aumento di salario dei rider in quanto tale aumento “si tradurrebbe in ultima analisi in prezzi più alti per i clienti dell’app per ristoranti”. Insomma, la questione pare chiara: qualcuno dovrà ingoiare un boccone amaro per continuare a sostenere la comodità del delivery a basso prezzo, e le grandi aziende del settore non vogliono assolutamente che siano i clienti (o loro stesse, beninteso) a farlo.

Un’opposizione che il DCWP non ha gradito. “I rider, così come tutti i lavoratori, meritano una retribuzione equa per il loro lavoro e siamo delusi dal fatto che Uber, DoorDash, GrubHub e Relay non siano d’accordo”, ha affermato il Dipartimento, secondo il Wall Street Journal. “Questi lavoratori affrontano temporali, eventi di caldo estremo e rischiano la vita per effettuare consegne ai newyorkesi”.

Il giudice Moyne ha fissato la prossima udienza per lunedì 31 luglio: fino ad allora, la legge continuerà a rimanere sospesa.