Per lavare le accuse sull’acqua è sufficiente muovere un po’ di liquidità. Quali accuse, chiedete voi? Un’indagine risalente allo scorso luglio vede il colosso dell’alimentare responsabile di una presunta frode alimentare dal peso di oltre tre miliardi di euro: Nestlé, per farla breve, avrebbe filtrato dell’acqua in maniera illegale e con trattamenti vietati anche da più di vent’anni, continuando tuttavia a venderla come “minerale naturale“.
Nelle ultime ore l’azienda ha accettato di pagare due milioni di euro per risolvere le sopracitate accuse penali, e lavarsene fondamentalmente le mani. Le associazioni di settore, naturalmente, non hanno intenzione di restare a guardare.
Il caso di frode, spiegato passo per passo
A muovere l’indagine per frode è la Procura di Épinal, in Francia. Stando a quanto lasciato trapelare Nestlé Waters – il ramo incriminato del colosso svizzero – avrebbe raggiunto un accordo giudiziario di interesse pubblico con le autorità locali, e accettato di pagare una multa di circa due milioni di euro entro tre mesi.
Allo stesso tempo, l’azienda ha dichiarato che si impegnerà a “riparare l’impatto ecologico attuando un ambizioso piano di rinaturalizzazione e ripristinando la continuità ecologica”, oltra compensare diverse associazioni ambientaliste per un importo di 516.800 euro. La moneta sonante, in altre parole, lava qualsiasi cosa – anche e soprattutto gli inganni ai consumatori.
Secondo la direttiva UE in materia l’“acqua minerale naturale” deve soddisfare determinati criteri, tra cui la provenienza da fonti d’acqua sotterranee e protette da ogni forma di contaminazione. Le indagini degli ultimi mesi hanno rivelato le fonti francesi erano contaminate da feci, batteri Escherichia coli, PFAS e pesticidi, con le stesse autorità per la sicurezza alimentare che avevano sottolineato possibili rischi per la salute. Nestlé, dicevamo, avrebbe filtrato tale acqua continuandola a vendere come “minerale naturale”.
“Nestlé ha venduto per decenni miliardi di bottiglie d’acqua che non avevano nulla a che fare con l’”acqua minerale naturale”, e consumatori erano completamente all’oscuro” ha spiegato Ingrid Kragl, esperta di frodi di Foodwatch. E la decisione di “lavare” il tutto con due milioni di euro, come accennato, non ha placato gli animi.
“Si tratta di una decisione scandalosa che manda un messaggio molto negativo sul clima di impunità” ha proseguito Kragl. “Nestlé Waters può ingannare i consumatori per anni in tutto il mondo e farla franca semplicemente tirando fuori il libretto degli assegni“.