L’Agenzia nazionale ucraina per la prevenzione della corruzione (o Nacp per gli amici) ha aggiunto Nestlé al già affollato registro deli “sponsor internazionali della guerra“. Un’etichetta spinosa che, come alcuni di voi avranno già intuito, viene applicata a quell’elenco di aziende che a oggi ancora operano, traendone potenzialmente anche profitto, in Russia; o che in altre parole non si sono unite al lungo esodo di marchi occidentali che, in seguito all’invasione dell’Ucraina risalente alla scorsa primavera, hanno deciso di interrompere, sospendere o vendere le proprie attività sul territorio russo.
D’altro canto è bene notare che il settore alimentare non è di fatto stato coinvolto, per evidenti ragioni, nel più rigoroso embargo internazionale che coinvolge invece ambiti come l’energia e la tecnologia: entrando più nei particolari Nestlé aveva annunciato la sospensione del flusso di export e import in Russia, facendo eccezione per i bene essenziali e di base per la popolazione locale. “Tuttavia” si legge in un comunicato della Nacp “secondo quanto riportato dai media svizzeri, gli scaffali dei negozi russi sono ancora pieni dei loro prodotti”.
Nestlé è uno “sponsor della guerra”: la risposta dell’azienda
La notizia, in altre parole, traccia inevitabili paralleli con il caso di Unilever, a sua volta nominata “sponsor della guerra” solamente nel luglio di quest’anno. “Nonostante l’aggressione russa in corso contro l’Ucraina, Nestlé continua a operare nello Stato aggressore, fornendo beni alla popolazione e ampliando la propria base produttiva nel Paese” si legge nel rapporto redatto dalla Nacp. “Su questa base, l’Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione sta inserendo l’azienda nell’elenco degli sponsor internazionali della guerra“.
A onore del vero è bene ricordare che la Nestlé è stata tra le aziende alimentari che più hanno ricevuto attacchi e pressioni per abbandonare del tutto il mercato russo: ricorderete, a circa un mese dall’inizio della guerra, dell’attacco di matrice informatica sferrato da Anonymous, che riuscì a rubare alla multinazionale circa dieci giga di dati confidenziali.
Ma torniamo a noi. La risposta di Nestlé, naturalmente, è giunta puntuale: “Dallo scoppio della guerra in Ucraina abbiamo ridotto drasticamente il nostro portafoglio in Russia e attuato le azioni che abbiamo annunciato nel marzo 2022″ si legge in un comunicato. “Abbiamo rifocalizzato le nostre attività sulla fornitura di alimenti essenziali e di base alla popolazione locale e abbiamo sospeso la maggior parte delle referenze del nostro portafoglio prebellico nel Paese. Abbiamo bloccato le importazioni e le esportazioni non essenziali da e verso la Russia”.
Nestlé ha per di più interrotto ogni forma di pubblicità in Russia, e di avere sospeso gli investimenti di capitale nel Paese. “Per il prossimo futuro” conclude il comunicato “queste misure si applicheranno in quanto le nostre operazioni in Russia rimangono focalizzate sulla fornitura di alimenti essenziali e di base alla popolazione locale”.