Che il consumo di prodotti a base vegetale fosse in crescita lo sapevamo da tempo. Ma che i brand vegetariani e vegani del portfolio Nestlè si rivelassero fra i marchi trainanti del colosso del food non può che rafforzare questa consapevolezza.
Garden Gourmet, Natural Bliss, Vuna (il tonno vegetale) e Sweet Earth hanno totalizzato complessivamente vendite pari a 860 milioni di dollari nel 2021 contribuendo in modo incisivo alla crescita di Nestlè che, tirando le somme dello scorso anno, chiude con un fatturato di 94 miliardi di dollari, incassando un +3% rispetto agli anni scorsi.
Oltre ai marchi “plant-based”, nei conteggi rientrano anche linee speciali di prodotti come il KitKat o il Nescafè senza latte, qui sostituito con bevande alla mandorla, cocco, avena e così via.
La multinazionale svizzera sta cavalcando il crescente consumo di prodotti 100% vegetali che si diffonde in Europa e Stati Uniti tanto quanto in Asia, con paesi come la Thailandia, ad esempio, dove le intolleranze al lattosio e una maggiore attenzione all’ecosistema stanno aumentando la domanda di cibi di origine vegetale.
Su questo fronte Nestlè sta investendo parecchio denaro anche in prodotti innovativi, basti pensare all’investimento fatto lo scorso novembre quando il gigante del food ha messo 4 milioni di dollari in una start-up californiana che sta lavorando alla creazione di pollo vegetale con tanto di pelle.
Come fanno sapere dai piani alti della multinazionale, la svolta sostenibile non riguarderà solo il prodotto ma anche il processo produttivo, con l’obiettivo di diminuire del 50% le emissioni di CO2 di Nestlè entro il 2030.