Alla fine Nestlé ha ceduto alle pressioni: il colosso svizzero interromperà la vendita di diversi snack in Russia, dalle barrette KitKat a Nesquik.
I prodotti interessati dallo stop su suolo russo, inclusi anche cibo per animali e caffè, costituiscono la “stragrande maggioranza del volume e delle vendite” in Russia, che nel 2021 hanno totalizzato 1,7 miliardi di franchi svizzeri (1,82 miliardi di dollari), ha affermato un portavoce di Nestlé.
La società svizzera aveva già interrotto le importazioni e le esportazioni non essenziali verso la Russia e aveva anche interrotto tutta la pubblicità e gli investimenti di capitale nel Paese annunciando che avrebbe donato i profitti provenienti dal mercato russo ai soccorsi ucraini.
Oltre 400 aziende si sono ritirate dalla Russia da quando è cominciato l’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio, lasciandosi alle spalle beni per un valore complessivo di centinaia di miliardi di dollari.
Nestlé ha fatto sapere che continuerà a pagare i suoi circa 7.000 dipendenti in Russia, dove ha sei stabilimenti che producono prodotti tra cui piatti pronti, bevande e cibo per animali domestici.