In Nepal i bambini ottengono un quarto delle calorie giornaliere dal cibo spazzatura. A dirlo è uno studio da poco pubblicato su Journal of Nutrition e riportato dal The Guardian. Dieta non bilanciata e troppo pesante, snack e junk food in generale sono legati a problemi di crescita e malnutrizione.
Lo studio è stato condotto nella valle di Kathmandu in famiglie che avevano bambini di età compresa fra i 12 e i 23 mesi. Si è così visto che biscotti, patatine, noodle istantanei e bevande zuccherate stanno sostituendo cibi più salutari contenenti vitamine, minerali e nutrienti indispensabili per una corretta crescita.
Questo studio, realizzato grazie all’organizzazione Helen Keller International, è uno fra i primi a valutare gli effetti nutrizionali di snack sui bambini di paesi a basso reddito. Si è così visto che i bambini che ricavavano molto del loro fabbisogno calorico da snack pieni di zucchero, sale e grassi erano più bassi di altri che alla loro età ne mangiavano di meno. Inoltre questi bambini avevano maggiori probabilità di avere bassi livelli di proteine, calcio, ferro, vitamina A e zinco, elementi indispensabili per una crescita sana.
La dottoressa Alissa Pries, a capo dello studio, ha spiegato che la speranza è che questa ricerca susciti allarme sia nei ricercatori che nei politici: è, infatti, importante continuare gli studi sul ruolo degli snack nella salute e nello sviluppo di bambini vulnerabili dal punto di vista nutrizionale. Il fatto è che snack confezionati ricchi di sale, zuccheri e con pochi micronutrienti, sono sempre più disponibili in tutto il mondo. C’è una crescente preoccupazione mondiale per quanto riguarda il ruolo il junk food o degli alimenti ultra-elaborati nella globale epidemia di obesità, ma il problema è decisamente peggiore per i bambini piccoli che vivono in contesti in cui l’accesso al cibo nutriente è limitato.
Lo studio, inoltre, suggerisce che tali alimenti potrebbero contribuire al fenomeno della denutrizione. In particolare, questi spuntini (confezionati sia localmente che all’estero) sono disponibili negli scaffali anche di luoghi alquanto remoti. Il marketing spinge i genitori a scegliere questi prodotti perché sono convenienti e perché ai bambini piacciono i cibi zuccherati, un po’ come avviene anche negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Molti genitori hanno spiegato che sapevano perfettamente che tali cibi non erano adatti ai piccini, ma che li avevano comunque scelti perché più convenienti, perché sono facili da preparare e da somministrare e anche perché i bambini possono mangiarli da soli.
Ricordiamo, poi, che il cibo spazzatura fa male anche agli adulti: una recente ricerca spiegava chi mangia junk food potrebbe avere meno spermatozoi.
[Crediti | The Guardian]