Nelle nostre mense scolastiche ci si prende la salmonella, ma nessuno si indigna

Da una la retorica sull'educazione alimentare nelle scuole, dall'altra lo stato delle mense scolastiche: i recenti casi del salmonella non fanno che rendere questa contraddizione ancora più lacerante.

Nelle nostre mense scolastiche ci si prende la salmonella, ma nessuno si indigna

C’è una contraddizione nitida e più o meno pruriginosa tra la retorica dell’educazione alimentare, e l’idea della sua implementazione nelle scuole, e lo stato delle mense. Tralasciamo per un attimo gli episodi, come il ritrovamento di corpi estranei – vermi, animali, viti… – o casi come quello della preside della scuola Falcone di Palermo, che lasciava il cibo scaduto ai bambini tenendosi quello buono; e partiamo dal presupposto che un rapporto dei Nas risalente allo scorso novembre ha trovato irregolarità in una mensa su quattro.

Appena un manciata di mesi prima (marzo 2023), ancora i Nas avevano evidenziato carenze anche gravi nelle mense di tutto lo Stivale. Allo stesso tempo, i sondaggi indicano che addirittura un terzo dei bambini si rifiuta di mangiare in mensa, a prescindere da quanto previsto dal menu. C’è un bel problema, insomma, e la più recente notizia dei casi di salmonella nel comune di Bastia Umbra non fa che confermarlo.

Il caso della salmonella in mensa

mensa

Numeri alla mano sono almeno ventidue i casi di salmonella nel comune di cui sopra, di cui la maggior parte bambini che avrebbero contratto l‘infezione – almeno, stando a quanto lasciato trapelare fino a questo momento – da un batterio presente nelle mense scolastiche. Ecco, per l’appunto.

L’appello per l’educazione alimentare deve fare strada, ma nelle scuole ci sono cattive maestre: le mense L’appello per l’educazione alimentare deve fare strada, ma nelle scuole ci sono cattive maestre: le mense

Il braccio delle autorità sanitarie si è già mosso: chiuso il centro cottura della scuola Pascoli e i punti terminali di una serie di altri istituti, dall’infanzia alla scuola primaria e fino al nido. Il personale Asl si è naturalmente attivato per analizzare i tamponi eseguiti sugli alimenti utilizzati dalla cooperativa che si occupa della preparazione dei pasti, così come gli strumenti impiegati in cucina e il ceppo di salmonella in questione. Fin qui tutto chiaro, non è vero?

Allo stesso tempo l’amministrazione locale invita, com’è comprensibile, a evitare allarmismi; e allo stesso tempo assicura che le scuole rimarranno aperte e che ai bambini verrà fornito un pranzo al sacco così da non mettere in difficoltà le famiglie. Al di là di quanto capitato a Bastia Umbra, però, il nodo della questione rimane.

Le mense scolastiche non sono quella garanzia di eccellenza (o di pulizia, come pare evidente dalla moltitudine di casi e dai rapporti dei Nas) che ci si potrebbe aspettare in un Paese che ama riempirsi la bocca di belle parole di vento sul cibo, sull’educazione alimentare e via dicendo. Insomma, c’è una contraddizione: l’impressione, però, è che sia tacitamente accettata.