A volte avere il vizio e fare la storia sono semplicemente due facce della stessa medaglia. Un gruppo di archeologi francesi, o più precisamente ricercatori dell’Institut National de Recherches Archéologiques Preventives (INRAP, per gli amici), ha portato alla luce un’azienda vinicola vecchia poco meno di duemila anni (circa 1900, secondo gli scienziati: ma che sarà, a questo punto, un secolo in più o un secolo in meno?) vicino alla città di Laveyron, nel dipartimento della Drôme del Rodano.
Complessivamente le rovine in questione sono state trovate su di un terreno esteso 1,6 ettari che, stando a quanto riportato dai colleghi di Wine Spectator, è destinato a diventare un parcheggio per veicoli pesanti. Un lieto fine non molto romantico, ce ne rendiamo conto.
Ok, ma chi è che faceva già del vino da queste parti duemila anni fa?
Ad attirare l’attenzione degli archeologi sono stati dei resti di vasi di terracotta in ceramica tradizionalmente impiegati nelle operazioni di vinificazione, e che pertanto hanno indirizzato le ipotesi degli scienziati verso l’idea che si trattasse di un’azienda vinicola.
Come già accennato in apertura di articolo le prime analisi suggeriscono che i resti possano risalire al primo secolo dopo Cristo, ma a onore del vero esistono prove che suggeriscono come l’azienda fosse di fatto stata costruita su di infrastruttura ancora più vecchie – tant’è che Pascale Réthoré, responsabile delle operazioni e della ricerca dell’INRAP, è dell’idea che i primi segni possano risalire a un arco di tempo compreso tra il 50 e il 30 avanti Cristo.
Le “aggiunte” sopracitate, più moderne, potrebbero risalire al regno dell’imperatore Augusto, in un periodo che va dal 27 a. C. al 14 d. C. Si trattava, in altre parole, di un’azienda vinicola già esistente, che nel corso del tempo è stata “adottata” e poi ampliata dai romani. “La cantina si è indubbiamente espansa in seguito a un certo successo commerciale” ha spiegato a tal proposito lo stesso Réthoré. “La vicinanza del Rodano ha senza dubbio contribuito al suo successo.”
Tradizione con la “T” maiuscola, in altre parole – la fortuna della valle del Rodano nel contesto vitivinicolo allunga la sua coda nelle profondità più recondite della storia. “Sembra che la qualità del vino di questa regione, e quindi probabilmente del suo terroir, sia stata riconosciuta fin dall’antichità” ha spiegato ancora Réthoré.
Il ritrovamento dei primi resti è stato segnalato alle autorità locali nel novembre del 2023, mentre gli scavi dovrebbero terminare nel 2024. Stando a quanto riportato dai media internazionali, tuttavia, pare che una volta gli archeologi avranno completato il loro lavoro i lavori per la costruzione del parcheggio continueranno come da programma.