Lo sappiamo, la reputazione da guastafeste un poco ce la meritiamo – il 2024 è iniziato da appena una manciata di giorni e noi siamo già qui a parlare di aumenti di prezzi, già qui con il promemoria che l’unica legge che persiste è quella della cinghia stretta, già qui con l’ago appuntito per bucare la (già fragilissima) bolla dell’anno nuovo vita nuova. La lista dei rincari pare severa come non mai – le associazioni di consumatori, avevamo visto, stimano che le famiglie spenderanno circa un migliaio di euro in più per gli stessi servizi -, e arriva a coinvolgere anche zucchero e dolci.
Stando a quanto riportato dai colleghi del New York Post il prezzo di zucchero e dolciumi dovrebbe subire un aumento del 5,6% nel nuovo anno, con i consumatori a stelle e strisce che – secondo i dati condivisi dal Dipartimento dell’Agricoltura – sono di fatto già reduci da rincari pari all’8,9% sulle medie storiche. Preoccupazioni d’Oltreoceano, diranno i nostri lettori più ottimisti: pensare che da questa parte dell’Atlantico la situazione sia diversa, però, significa peccare d’ingenuità.
Paese che vai, siccità che trovi
Cominciamo con il citare un’analisi di mercato relativamente recente – siamo nell’ottobre 2023 – redatta da NielsenIQ, che mostra come lo zucchero meriti nettamente lo scettro di re assoluto dei rincari. I numeri parlano di un aumento di prezzo del 42,3% nell’anno terminato nel mese di agosto, e che tuttavia si è “spalmato” con maliziosa furtività sul portafoglio di tutti noi per il fatto che, in media, l’acquisto medio per famiglia si tenga su volumi decisamente modesti.
È tuttavia interessante indagare cosa ha mosso tali rincari: a oggi, il costo globale dello zucchero è al livello più alto dal 2011, e coincide con un momento storico che vede sei dei dieci principali paesi produttori alle prese con condizioni meteorologiche estreme.
La lente d’ingrandimento si posa in particolare su India e Thailandia, i due principali esportatori mondiali di zucchero: la prima ha già ventilato l’idea di l’idea di chiudere le esportazioni di zucchero per la prima volta in sette anni a causa dei raccolti mutilati dalla carenza di piogge; e la seconda ha visto la propria produttività crollare di quasi il 25%. Il principale indiziato, dicevamo, è il cappio della siccità.
E considerando che la tendenza globale indica temperature in aumento accompagnate da gravi archi siccitosi e altre condizioni meteorologiche estreme è difficile sperare in una improvvisa ripresa della produzione agricola. I piani alti di Mondelēz, colosso dei dolciumi che produce – tra le altre cose – anche i biscotti Oreo e Toblerone, avevano già messo le mani in avanti lo scorso novembre – qui le dichiarazioni del CEO Dirk Van de Put a Bloomberg – avvertendo di un potenziale aumento dei prezzi.