Nella campagna inglese sono sepolti quasi 3 miliardi di euro di vino

Octavian è la cantina più sicura del mondo: a oggi ospita più di due miliardi di dollari in vino.

Nella campagna inglese sono sepolti quasi 3 miliardi di euro di vino

Esiste un Fort Knox del vino? Sì, ma ha un passato un po’ difficile. Forse i nostri lettori più attenti si chiederanno, a questo punto, se c’è effettivamente bisogno di un Fort Knox del vino, e nella risposta in questo caso non c’è spazio per alcun “ma”: sì, certamente. Il vino di lusso rappresenta, al netto delle (numerosissime!) sferzate della storia, un investimento affidabile, concreto, resistente a scossoni e imprevisti. Gli anni fortemente instabili che stiamo vivendo sono una prova più che concreta, d’altronde. Vien da sé, dunque, che il vino di lusso necessiti di un posto adeguato per conservarsi – il Fort Knox del vino, per l’appunto.

Chiaro, vederlo non è così semplice – anche e soprattutto perché prima di vederlo occorre cercarlo. La cantina più sicura del pianeta si chiama Octavian, e si trova a circa trenta metri sotto terra: sopra di essa, si allungano le pacifiche e verdi colline della campagna inglese.

La storia di Octavian, il Fort Knox del vino

vino

Attenzione, però – Octavian non è sempre stato un sito di stoccaggio per il vino. Nel corso del tempo, infatti, ha dovuto cambiare diverse volte la propria professione: il suo “debutto” è datato alla prima metà del diciannovesimo secolo, quando venne al mondo come semplice miniera di pietra.

Il vino di lusso non va in crisi, anzi diventa investimento Il vino di lusso non va in crisi, anzi diventa investimento

Proprio da qui, infatti, veniva estratta la ormai iconica pietra calcarea da bagno utilizzata tanto nei manieri più maestosi di Londra quanto nel municipio di Città del Capo, migliaia di chilometri più a sud. La svolta avvenne qualche decennio più tardi, con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale: mentre l’intero mondo era chiamato a confrontarsi con la logica della violenza, il Ministero della Difesa inglese rilevò lo strato sotterraneo e lo riconvertì in uno dei più grandi depositi di munizioni del paese.

I lavori portarono, tra le altre cose, a un rinforzamento generale della struttura e soprattutto all’installazione di una elaborata serie di condotti per fare circolare l’aria – migliorie che si sono rivelate più che propizi per la sua ultima trasformazione in deposito di bottiglie di lusso. Chi l’avrebbe mai detto che la polvere da sparo e il vino avessero tanto in comune?

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Ultima trasformazione che, a onore del vero, dovette attendere fino al 1986, anno in cui l’ingegnere e collezionista Nigel Jagger decise di acquistare il terreno per conservare di tutto, dai vecchi dischi agli pneumatici di Formula Uno, salvo poi realizzare che le condizioni del posto – una temperatura costante tra i 13 e i 14 gradi, una totale assenza di raggi UV e un flusso d’aria che garantisce un ottimo livello di umidità – erano ideali per tenere al sicuro dell’alcol da Paperoni.

A oggi Octavian – che nel frattempo si è modernizzata con illuminazione a led e sofisticatissimi sistemi d’allarme – ospita etichette per un valore totale di 2,5 miliardi di dollari, garantendo ai propri clienti la massima discrezione e un’assicurazione completa che garantisce l’attuale valore in mercato di ogni bottiglia.

Importantissima, come appena accennato, la regola della discrezione; ma la stessa Octavian – forse per aumentare l’aura di mistero e leggenda che evidentemente le aleggia attorno – lascia di tanto in tanto trapelare qualche indiscrezione: è risaputo, ad esempio, che l’etichetta più antica è è datata 1727 ed è un “Rüdesheimer Apostelwein”, ottenuto da una botte madre vendemmiata nell’anno in cui Re Giorgio II divenne Sovrano d’Inghilterra e di Brema.