Un po’ passatempo, un po’ opera d’arte, un po’ metafora: così potremmo riassumere il carattere del labirinto e, più nello specifico, il progetto Limito, che si annuncia come il vigneto labirinto più grande al mondo. I numeri, d’altro canto, non mentono: si tratta di ottanta metri di diametro, con quattro ingressi che costellano una porzione di vigna di circa tre ettari completamente ripensata per dare vita a un dedalo di vigneti.
Protagonista del progetto è la Tenuta Antoniana dell’Azienda Agricola Biologica Marco Carpineti, tra i Comuni di Bassiano, Sezze e Sermoneta, nel basso Lazio: complessivamente Limito si compone di un disegno ospitante due spirali e un labirinto vero e proprio, realizzato con l’intento di – e qui citiamo direttamente le parole dell’azienda – “includere e accogliere, di ospitare invece che di creare barriere”. Occhio a entrare senza un gomitolo di lana, però: per ritrovare la via rischiate di dovere aspettare fino alla vendemmia.
Il labirinto come metafora e arte: l’idea dietro il progetto Limito
È curioso valutare come, nella sua concezione più classica ed escludendo impianti particolari come la pergola o l’alberello, il vigneto si allunghi su di una disposizione ordinata, lineare, ideata anche e soprattutto per essere facilmente navigabile: trasformarlo in labirinto, che invece è per definizione un luogo dove si può perdere la bussola, equivale in un certo senso a sfidare l’identità estetica del vigneto.
Pare che Paolo Carpineti, dell’omonima azienda, sia partito proprio da questa dicotomia per sviluppare la sua idea: “Generalmente un filare è composto da un punto A e un punto B, non c’è modo di attraversarlo come vuoi” ha spiegato. “A me questa cosa ha sempre data un senso di scarsa accoglienza, penso che un vigneto debba essere un luogo ospitale che ognuno può attraversare e vivere come vuole”. Da qui l’intuizione del labirinto, spazio da intendere anche come “metafora del percorso della vita che ognuno di noi svolge cercando di trovare la strada per il raggiungimento dei propri sogni, della propria visione e realizzazione”.
La realizzazione di Limito è stata affidata allo Studio di Architettura del Paesaggio Fernando Bernardi che, alle caratteristiche fisiche già elencate in apertura di articolo, ha aggiunto anche due piazzole per la sosta poste ai lati del corpo principale, circondate da otto cipressi che svolgono anche la funzione di punto di riferimento per chi decide di affrontarlo.
Il vigneto labirinto più grande al mondo ospita uve di Bellone, Abbuoto e Nero Buono: “Una vera scommessa e un progetto preciso, valorizzare queste uve attraverso l’approccio biologico declinandole in tipologie diverse” racconta ancora la famiglia Carpineti.