Che stress fare l’infermiere, tra galoppate nelle corsie, campanelli che non smettono di suonare e lamenti continui dei pazienti.
L’odore dei medicinali andrebbe rimpiazzato con l’aroma di un’impepata di cozze, altroché, o di un arrosto cotto a puntino, anche solo per evadere dalla routine quotidiana.
Deve averlo pensato l’infermiere che in questi giorni ha fatto conoscere al mondo il suo vero talento, da ricercare negli spadellamenti alla Carlo Cracco, non tra flebo e disinfettanti.
Così l’intraprendente infermiere, dipendente dell’ospedale Cardarelli di Napoli, ha pubblicato su Facebook una foto che lo ritrae mentre prepara la famosa impepata di cozze, con un pomodoro in mano e una cozza nell’altra, pronto a infilarli nella ciotola appoggiata sul tavolo.
Un tavolo dell’ospedale, ovviamente, al pari del camice bianco usato come parannanza.
Sfortuna ha voluto che la foto sia stata notata da Francesco Emilio Borrelli, consigliere dei Verdi, che ha allertato l’azienda ospedaliera e diramato il suo sconcerto alle agenzie di stampa:
“La foto che ritrae un infermiere mentre cucina allegramente in una delle stanze dell’ospedale mettendosi addirittura in posa, è un insulto per tutti i suoi colleghi che ogni giorno svolgono questo delicato ruolo con estrema professionalità”.
Oltretutto, continua Borrelli, sembra dalla foto che “la postazione di cucina sia tutt’altro che improvvisata, facendo pensare non a un episodio occasionale ma a una pessima consuetudine”.
Nel frattempo l’ospedale napoletano ha avviato un’inchiesta interna che potrebbe portare al licenziamento del gaudente infermiere, nel caso il suo comportamento fosse giudicato inadatto al ruolo.
Una punizione forse eccessiva, anzi, c’è chi ritiene che l’infermiere vada incoraggiato. Che negli ospedali italiani si mangi mediamente male è risaputo, una mano allenata che tra una tac e un elettrocardiogramma allunghi un boccone di parmigiana invece della solita minestrina scondita sarebbe un toccasana verso una più pronta guarigione.
Con conseguente pronta liberazione di relativi posti letto, oggi sempre più introvabili. In fondo, l’infermiere gourmet è un ruolo che mancava alla malandata sanità italiana.
[Crediti | Link: Repubblica Napoli]