A Napoli ieri è stato organizzato un corteo funebre composto da ristoratori e commercianti per protestare contro le restrizioni imposte dagli ultimi Dpcm in materia di riduzione della diffusione del Coronavirus. Chissà cosa faranno quando arriverà il prossimo Dpcm, quello con misure ancora più restrittive?
Sul lungomare di Napoli è sfilato un corteo funebre con tanto di bara vuota coperta dalla bandiera tricolore: a partecipare sono state circa duecento persone, fra cui proprietari di bar e ristoranti della zona della movida, commercianti e artigiani. Ovviamente qualcuno con mascherina e qualcuno senza, con tanto di gente ammassata come da prassi ultimamente in queste manifestazioni.
I partecipanti hanno protestato contro le nuove chiusure e restrizioni collegate alla seconda ondata della pandemia da Coronavirus. Giuseppe Piras, dell’associazione Stamm ccà (di cui fanno parte diversi commercianti, artigiani e partite Iva), ha spiegato che le continue chiusure li stanno costringendo a vivere nella precarietà: anche quando possono stare aperti, le entrate sono dimezzate.
I manifestanti hanno chiesto al Governo di venire incontro alle loro difficoltà, conteggiando le perdite che non vengono riconosciute e che pesano sulle tasse. I ristori promessi sono solo un “contentino”. Il corteo è arrivato poi fino alla sede della Regione Campania per chiedere alle autorità di essere ascoltato.