In vista di Capodanno l’Asl e i Nas di Napoli hanno unito gli sforzi per estendere una fitta rete di controlli indirizzati a dodici ristoranti All you can eat, concentrandosi particolarmente con quelli situati nel quartiere Vomero. Le ispezioni delle forze dell’ordine hanno portato al sequestro di centinaia di chilogrammi di alimenti (prevalentemente, come si potrebbe aspettare, pesce) conservati in pessime condizioni.
Uno dei ristoranti sottoposto alle indagini, in particolare, è stato chiuso per “gravi carenze igienico sanitarie riscontrate”, mentre molti altri sono stati sanzionati per essere in possesso di carne e pesce privi dei documenti di tracciabilità, chiaramente obbligatori per legge. In un altro locale è stata posta sotto sequestro l’intera filiera di confezionamento del sushi poiché l’abbattitore era fuori uso, e sono state numerose anche le prescrizioni emesse dal Nas per aver riscontrato scarsa igiene anche nei locali nei quali il personale indossava le divise da lavoro.
In questa ecatombe di sequestri e sanzioni, tuttavia, c’è anche chi si è distinto (e intendiamo in senso positivo): è il caso del ristorante giapponese Hachi, situato proprio nel quartiere Vomero. “Il tragico accadimento, che ha visto coinvolto un ristorante giapponese a Napoli ultimamente, ha prodotto un severo intensificarsi degli ordinari controlli sanitari”, hanno scritto i proprietari del locale. “Non è mai stato nelle nostre corde, lodarci per i meriti o per le brillanti referenze acquisite negli anni, ma in questo particolare momento lavorativo, ci inorgoglisce il merito di aver ricevuto il plauso e le congratulazioni degli organi di controllo sanitario che hanno riscontrato la perfetta procedura di conservazione e di trattamento di tutti i prodotti alimentari, una pregevole tenuta di tutti i registri di tracciamento di provenienza delle merci, ed una inappuntabile applicazione di tutte le normative igienico-sanitario”.