Muore per quel che ha mangiato a Disney World: cosa c’entra il contratto con Disney+?

Disney nega il risarcimento danni per shock anafilattico. Il motivo? La sottoscrizione del querelante al servizio streaming.

Muore per quel che ha mangiato a Disney World: cosa c’entra il contratto con Disney+?

Disney sta dalla parte del cattivo. Anzi, stavolta è proprio il villain della situazione, che il colosso dei cartoni animati ha sempre dipinto senza scrupoli e senza cuore. L’azienda è stata capace di negare un risarcimento danni equo a Jeffrey Piccolo per la morte della moglie in uno dei suoi resort, causata da shock anafilattico per una grave allergia che era stata segnalata prima del pasto. Il motivo? Il fatto che la coppia avesse, anni prima, sottoscritto il contratto alla piattaforma streaming Disney+.

La tragedia

Epcot

Lo scorso 5 ottobre Jeffrey Piccolo e la moglie Kanokporn Tangsuan erano ospiti al resort di Orlando, Florida insieme alla mamma di lei. I tre erano a cena al Raglan Road Irish Pub, e avevano ordinato anelli di cipolla e una serie di piatti signature come “Sure I’m Frittered”, “Scallop Forest” e “This Shepherd Went Vegan”. Tangsuan, di professione medica allo NYU Langone Hospital di Long Island, aveva segnalato allo staff la sua grave allergia a latticini e arachidi.

I coniugi avevano scelto il ristorante proprio in base alle ristrettezze alimentari della moglie. La stessa Disney segnala sul sito web la sua attenzione per allergie alimentari. Durante la cena però succede qualcosa. I piatti arrivano sul tavolo senza le bandierine che segnalano l’assenza di allergeni o la modifica del piatto per eliminare possibili contaminazioni. Nonostante ciò, il cameriere assicura che la cucina ha adempiuto e che il cibo è sicuro.

Circa 45 minuti dopo aver terminato la cena, la dottoressa Tangsuan collassa sul pavimento del Planet Hollywood a pochi metri dal ristorante. Nonostante l’iniezione con EpiPen e il soccorso immediato, non c’è niente da fare. Jeffrey Piccolo perde la moglie di soli 42 anni per shock anafilattico e subito fa causa per danni e negligenza sia al ristorante, sia al Walt Disney World Resort.

La risposta di Disney

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Nella dichiarazione dell’accusa si legge che la tragedia sarebbe stata “totalmente evitabile”, che la coppia “confidava che il Raglan Road seguisse i protocolli di sicurezza” e che questo a sua volta “tenesse fede all’impegno di servire cibo senza allergeni”. Piccolo ha chiesto 50,000 dollari, il minimo per risarcimento danni nello stato della Florida. Un minimo però destinato ad alzarsi considerevolmente qualora il caso apparisse davanti a una giuria, esattamente ciò cui Piccolo e avvocato puntavano. Quello che succede dopo, ha dell’incredibile.

Disney deposita una mozione che afferma che il caso non può andare a processo, e deve limitarsi a essere gestito esclusivamente in via extragiudiziale. Il perché ha lasciato tutti a bocca aperta: ovvero, il contratto streaming Disney+ stipulato dalla coppia per una prova gratuita nel 2019. Gli avvocati Disney affermano che “le condizioni d’uso, fornite con il contratto di abbonamento, includono una clausola di arbitrato vincolante”. Significa che “qualsiasi controversia fra l’utente e noi, fatta eccezione per le controversie di modesta entità, è soggetta a una rinuncia all’azione collettiva”. Niente processo, risarcimento minimo e sottrazione da ogni responsabilità.

La reazione dell’accusa

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Ora, tutti sappiamo che “Ho letto e accettato i termini delle condizioni d’uso” è una delle bugie p utilizzate sul web. Per diamine, la Disney stessa ci ha costruito la trama della Sirenetta quando Ariel firma il contratto “per l’eternità” con Ursula, in cambio delle gambe che le avrebbero permesso di conquistare il principe Eric. Però per arrivare a fare una sparata così, collegando un servizio streaming all’impossibilità di avere sacrosanta giustizia, ce ne vuole di mancanza di empatia. Pensate se il più noto corriere vi investisse con uno dei suoi mezzi, e l’azienda miliardaria che lo gestisce vi impedisse di fare denuncia perché avete accettato il suo servizio: assurdo no?

Esattamente la reazione degli avvocati di Piccolo, che definiscono “pretestuosa” l’argomentazione di Disney. Anche perché, a cercare i cavilli, il nome che appare sul contratto è quello di Piccolo, non della moglie: il vincolo dunque non può estendersi a Tangsuan. Resta il fatto che, l’idea che un’iscrizione possa impedire a chiunque di fare causa a “qualsiasi società controllata da Disney”, è “oltraggiosamente irragionevole e ingiusta”. Il team dell’accusa conclude scrivendo: “Francamente, qualsiasi insinuazione di questo tipo è al limite dell’assurdo”.

Dal canto suo, Disney non commenta e si limita a rilasciare comunicati stampa. Il più recente risale al 14 agosto: “Siamo profondamente addolorati per la perdita della famiglia e comprendiamo il loro dolore. Dato che questo ristorante non è di proprietà, né gestito dalla Disney, ci stiamo semplicemente difendendo dal tentativo dell’avvocato del querelante di includerci nella loro causa contro il ristorante. Alla faccia del The Happiest Place on Earth.