“Formazione è la parola d’ordine”, sostiene il presidente del Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana Dop, Domenico Raimondo. E anche durante una pandemia, rimane valido il concetto: per la quarta edizione, il corso risulta infatti sold out.
Precisamente il 3 Dicembre è iniziato il corso della Scuola di formazione lattiero casearia del Consorzio di Tutela Mozzarella di bufala campana Dop, in collaborazione con il gruppo “FormaMentis”, per diventare casari. Per via delle restrizioni anti-contagio da Covid-19, si è deciso di tenere per la prima volta il corso online, ma questo non ha frenato gli studenti dall’iscriversi. Anzi, è stato persino raggiunto senza problemi il tetto previsto dal corso, 20 studenti, da persone che provengono sia dall’Italia sia dall’estero.
C’è persino, tra gli iscritti del 2020, chi si è iscritto dall’Israele e dall’India. Due anche le donne che hanno scelto di intraprendere il corso e sognano un futuro da “casare” nei caseifici della filiera. Altri studenti arrivano da Roma, Sanremo, Bari, Napoli e diverse zone della Campania.
Gli alunni affronteranno 500 ore di lezione, tra nozioni di chimica, microbiologia, legislazione e tanta pratica sul campo. Il corso prevede infatti nella prossima primavera un’ampia fase di stage nelle aziende aderenti al Consorzio. Finora sono 38 i giovani diplomatisi alla Scuola, in possesso della qualifica ufficiale di “operatore della lavorazioni lattiero-casearie”. Il placement del corso è molto alto, circa il 93% degli studenti trova subito un lavoro oppure apre una propria attività nel comparto.
«Ci vuole formazione per rafforzare il ruolo da protagonisti della mozzarella di bufala campana Dop nel panorama dell’agroalimentare di eccellenza del Paese – ha commentato il presidente del Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana Dop, Domenico Raimondo – In un mondo completamente cambiato dalla pandemia, noi vogliamo costruire una filiera preparata al mercato».
«L’accreditamento del Consorzio di Tutela della Mozzarella di bufala campana Dop nel sistema formativo regionale ha colmato un gap del Mezzogiorno – fa sapere il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani – e sta offrendo sbocchi sociali e occupazionali a tanti ragazzi all’interno di una filiera dinamica e sempre più giovane e rosa. Il 39% degli oltre 11mila addetti nel comparto è under 32, mentre il 30% è rappresentato da donne. Giovani, formazione, ricerca e innovazione tecnologica sono proprio gli asset strategici su cui investire ancora».