Da ieri, l’impenitente caffeinomane che vive dentro di noi è un po’ più più triste: se n’è andato a 93 anni nella sua casa di Ascona (Canton Ticino) Renato Bialetti, colui che con grande acume commerciale ha diffuso la moka Made in Italy nel mondo. Prima per il caffè si usava la caffettiera napoletana, se volevi farne uno buono serviva un mezzo diploma.
Renato Bialetti è nato tra le caffettiere: Alfonso, suo padre, apprese le tecniche di fusione in conchiglia dell’alluminio, brevetta nel 1933 la rivoluzionaria “Moka Espresso”. La pausa caffè degli italiani non sarebbe stata più la stessa.
Serbatoio ottagonale ispirato a Futurismo e Art Deco, caldaia, filtro, imbuto e serbatoio, alla Moka bastano pochi minuti per segnalare borbottando l’arrivo dell’atteso liquido scuro.
Eppure, per quanto rivoluzionaria fosse l’invenzione, il successo commerciale stenta, ci vogliono tutta la tenacia e la tempra imprenditoriale di Renato, alla guida della Bialetti di Omegna (nel Verbano) dal 1947, per riuscire nell’impresa.
La svolta arriva con la televisione, in particolare con l’avvento di Carosello, l’innovativo programma inventato dalla Rai a fine anni Cinquanta per diffondere gli annunci pubblicitari.
La Moka entusiasma, entra nelle case degli italiani, va perfino all’estero. Sempre accompagnata da l’omino coi baffi, geniale caricatura dello stesso Renato Bialetti disegnata dall’artista Paul Campani, e da uno slogan entrato nella storia: “Eh sì sì sì… sembra facile! (fare un buon caffè).
Quello creato dal baffuto Bialetti è diventato ormai un impero i cui primi cigolii si avvertono negli anni Settanta, quando la concorrenza delle simil-moka di fascia economica diventa un assedio. Nel 1986 Renato Bialetti cede l’attività a Faema, portando alla nota azienda di macchine per il caffè duecento dipendenti e un fatturato di oltre venti miliardi di lire.
Oggi Bialetti Group, con oltre quattrocento milioni di moka vendute, ha diversificato l’offerta allargandola ai casalinghi e agli utensili da cucina.
Nel frattempo l’invenzione di Alfonso Bialetti che oggi, grazie a suo figlio Renato, rappresenta l’espresso del bar come a casa, è al quinto posto tra i pezzi di design italiani più conosciuti nel mondo; così perfetta la moka da essere presente al Moma di New York, accompagnata per sempre dall’immancabile omino coi baffi.
[Crediti | Link: La Stampa, Dissapore]