Arancine, pirciati, caponatine, pasta con i “vruoccoli”, pasta ‘ncasciata, sarde a beccafico o buccellati, non c’è episodio in cui Montalbano non si satolli con le tipiche squisitezze siciliane.
Dal primo, Il ladro di merendine, andato in onda nel lontano 1999 su Rai Due, fino agli ultimi due, trasmessi dal 27 febbraio scorso, Un covo di vipere e Come voleva la prassi, che hanno tenuto incollati ai teleschermi qualcosa come 11 milioni di telespettatori.
Una serie fortunata, quella del commissario nato dalla fantasia dello scrittore Andrea Camilleri e interpretato da Luca Zingaretti, con ascolti record che, se sommati negli anni, raggiungono l’invidiabile cifra di un miliardo e passa di spettatori.
Ma, come riferisce L’Economia, inserto del Corriere della Sera, numerosi sono anche i turisti inglesi, irlandesi, russi e tedeschi –nei cui Paesi la serie ha riscosso un successo simile a quello italiano– che ha portato in Sicilia, specie nella provincia di Ragusa, la zona del commissario, triplicando il volume del settore turistico, tanto da indurre Ryanair a investire sul potenziamento dello scalo di Comiso, dove l’afflusso di stranieri è aumentato del 60% tra il 2010 e il 2015.
Dal richiestissimo “tour Montalbano” fino al considerevole aumento del prezzo degli immobili, Montalbano ha consentito alla provincia di Ragusa di attraversare indenne anche lunghi periodi di magra, quando i turisti erano scarsi e l’Italia continuava a scendere nella graduatoria delle mete turistiche internazionali.
Ad esempio, nel periodo dal 2000 al 2008, mentre l’indice di varietà turistica in Sicilia cresceva soltanto dello 0,79%, la provincia di Ragusa faceva registrare uno smagliante +2,05%, a ridosso di quello nazionale, che però è “graziato”del peso di pesi massimi quali Venezia, Roma o Firenze.
Un tesoretto che la Palomar di Carlo degli Esposti, la società che produce la serie televisiva, non ha intenzione di cedere, in misura totalitaria, alle sempre più pressanti richieste di investitori stranieri interessati ad una co-produzione, e che da solo incide sui bilanci della della Palomar, con i suoi 37 milioni di euro di introiti, per ben il 30% del fatturato totale.
Tra poco, alla fine di aprile, si gireranno i nuovi episodi, che andranno in onda su RaiUno nel 2018, con un piano di produzione già strutturato fino alla stagione 2021.
Ogni episodio della fortunata serie costa circa 3 milioni di euro, quanto un buon film destinato alle sale cinematografiche, e viene trasmesso in prima serata almeno otto volte, interrotto da cinque break pubblicitari. Una cura scrupolosissima viene riservata a ogni singola puntata, tanto che solo due sono gli episodi girati per ogni stagione, a tutela di un alto livello qualitativo e destinando notevoli risorse a scrittura, regia, attori e scenografia.
Una cura e un’attenzione che Montalbano ha ricambiato ampiamente, diventando un caso studiato nelle università, come nel caso di Roma 3, che ha dedicato uno studio allo sviluppo turistico di Ragusa a seguito della serie tv con ricadute molto positive anche per ristoranti, scuole di cucina, agriturismi e altre attività collegate alla ristorazione.
[Crediti | L’Economia del Corriere della Sera]