Attenzione, però: la parola “dizionario” potrebbe suggerire la dimensione schematica ma efficace dell’elenco di parole affiancata da definizioni, quando di fatto Mizzica! ambisce a essere qualcosina in più – una sorta di racconto di complessità e di varietà e di gusto, una testimonianza del legame tra il cibo e la cultura e, perché no, anche un’occasione di divertimento per i lettori più golosi e curiosi.
Mizzica! Dizionario gastronomico siciliano (in vendita a 25 euro) è il quarto volume edito dalla casa editrice TOPIC, nata all’inizio dell’anno e diretta da Marco Bolasco, ha fatto il suo primo approdo nelle librerie in data 3 aprile ed è stato creato da Francesco Lauricella con l’ambizione di (ri)portare nel terzo millennio termini siciliani dei due secoli precedenti al nostro, ormai almeno parzialmente sepolti dalle sabbie del tempo e minacciati dal rischio di essere dimenticati.
Dalla A di arancìnu alla Z di zibbìbbu
Un’operazione di archeologia culturale, prima ancora che un progetto editoriale: Mizzica! raccoglie al suo interno più di seimila e 500 lemmi siciliani, accuratamente riportati da Lauricella nelle varianti di ogni provincia, se non addirittura nelle specifiche zone di mercato del pesce da cui hanno preso origine.
E badate bene, non abbiamo ancora finito di dare i numeri: quattrocento pagine, cinquecento ricette (di cui, è giusto notarlo, oltre un centinaio di dolci), più di trecento nomi di pesci e poi ancora piante, frutti, prodotti e specialità; il tutto affiancato da dodici schede di approfondimento atte a mettere insieme gli indizi che costituiscono storia ed etimologia dei piatti più celebri.
Guai dunque a chiamarlo semplicemente “dizionario”, come dicevamo in apertura di articolo. Lauricella, come una sorta di investigatore linguistico, ha ripercorso la lunga traccia degli ingredienti della cucina siciliana, autoctoni o giunti da posti lontanissimi, e ricostruito il modo in cui questi hanno tentato, lasciandosi manipolare dal dialetto locale, di trovare un nome proprio.
D’altro canto, come si suol dire, il nome è già tutto un programma: “Mizzica!” spiega lo stesso Francesco Lauricella “è una parola che rappresenta la Sicilia più autentica, è l’esclamazione che ogni cuoco vorrebbe sentire quando porta a tavola un piatto, è una parola antica che grazie alla sua capacità di esprimere efficacemente pensieri e sentimenti ha travalicato i confini della lingua siciliana e dal 2006 è approdata nel Vocabolario della lingua italiana Zingarelli, perché sempre più spesso viene usata in italiano per aggiungere un po’ di gusto siciliano ad una conversazione”. La missione di Lauricella, in definitiva, è chiara: “offrire una guida indispensabile per un viaggio del gusto, dove ogni definizione è un invito a gustare la Sicilia a ogni boccone”.