Curioso caso portato alla luce dal Corriere della Sera di Milano, città dove in una pizzeria è stato aggiunto un sovrapprezzo di 50 centesimi per l‘asporto.
A denunciarlo è il “critico mascherato” Valerio M. Visintin, che mostra l’immagine dello scontrino del locale milanese incriminato: 6,50 euro per una pizza romana, più 0,50 euro alla voce “asporto”, per un totale – facile anche per chi è arrugginito in matematica – di 7 euro tonde tonde.
Ora, che si pagasse il coperto si sapeva. E pure il servizio di delivery è da mettere in conto (anzi, forse da rivalutare, visti i trattamenti riservati ai tanti riders che girano nelle nostre città). Ma che prendere una pizza e portarla via dal locale per mangiarsela a casa comportasse un addebito specifico, in effetti, non si era mai sentito.
Come fa notare Visintin, il sovrapprezzo sullo scontrino potrebbe forse essere dovuto alla scatola di cartone contenente la pizza: ma, al di là dell’assoluta novità di addebitarla al cliente, il costo della confezione è decisamente più basso, ed è impensabile proporre un ricarico sul packaging dell’asporto.
Insomma, dopo la tassa Covid , dopo il supplemento per dividere una sfogliatella in due, ora arriva anche la tassa asporto: cos’altro dovremmo aspettarci? Che non si dica che non capiamo che i ristoratori stanno passando un momento difficile, ma non è di certo questo il modo per affezionare i clienti.
[Fonte: Mangiare a Milano]