Andiamo a Milano perché qui sta facendo assai discutere una questione: una preside ha vietato il digiuno a scuola durante il Ramadan.
La scuola in questione è l’Istituto Comprensivo “Ermanno Olmi”. Laura Barbirato, il dirigente scolastico, ha firmato un’ordinanza nella quale spiega che i minori in età scolare sono esentati dal digiuno durante il Ramadan coincidente con la frequenza scolastica. Inoltre ricorda che la scuola non consente uscite durante l’orario mensa e neanche che gli alunni digiunino a scuola.
Ovviamente una decisione del genere ha scatenato le furie di alcune famiglie di religione musulmane, le quali hanno interpretato questo divieto come una mancanza di rispetto verso la libertà religiosa. Anche Davide Piccardo, direttore del quotidiano online La Luce e esponente di spicco della comunità islamica di Milano, ha considerato questa ordinanza come un “concentrato di aberrazioni sotto il profilo giuridico e delle libertà civili e costituzionali, nonché sotto il profilo dei diritti umani basilari e sotto quello dottrinale islamico”.
Laura Barbirato ha deciso, però, di spiegare meglio le ragioni che l’hanno spinta a emanare tale ordinanza. Il preside sostiene che sin dal 2006 nel loro Regolamento scolastico non è previsto il digiuno in orario scolastico: è una disposizione che era stata discussa anche anni fa. Il fatto è che il digiuno, senza neanche poter bere acqua, dall’alba al tramonto e per un mese di fila, è faticoso da sostenere per bambini dai 6 ai 10-11 anni.
Il Consiglio di Istituto, prima di emanare l’ordinanza, ha visionato quanto prescritto nei testi islamici di riferimento per quanto riguarda il digiuno. E proprio nei testi islamici è previsto che siano esentati dal digiuno i minorenni, gli anziani, i malati cronici, i malati di mente, i viaggiatori e le donne in stato di gravidanza.
Quindi, essendo prevista l’esenzione per i minorenni, ecco che la scuola non ha voluto assolutamente negare la libertà di scelta, anzi: nell’Istituto tutte le prescrizioni dietetiche vengono rispettate, così come viene preservata la cultura degli alunni che arrivano da altri Paesi o che hanno convinzioni alimentari diverse.
Tuttavia, visto che nel corso del tempo, diversi bambini sono svenuti a scuola a causa del digiuno, mentre altri non hanno potuto partecipare alle attività sportive o alle gite proprio a causa del digiuno da Ramadan, visto che si sta andando verso il caldo, ecco che la privazione del cibo e dell’acqua stava diventando un problema che interferiva sul benessere psicofisico dei bambini.
Rimanere a scuola otto ore, senza poter mangiare e bere, è una condizione troppo faticosa per i bambini.