Milano, i rider scioperano ancora: “Il salario orario è misero”

I sindacati hanno organizzato un nuovo sciopero per i rider, ancora vittime di un salario orario incredibilmente basso.

Milano, i rider scioperano ancora: “Il salario orario è misero”

Oltre al danno pure la beffa: non solo il salario è misero, i rider sono addirittura obbligati a spendere una buona parte della paga per acquistare il proprio mezzo di trasporto o le protezioni per poter lavorare in sicurezza. Questo, fondamentalmente, è stato il nucleo attorno al quale i rider di Milano hanno scioperato nella giornata di ieri, mercoledì 2 novembre. Proprio nel corso di questo mese, infatti, si aprirà un tavolo tra i sindacati confederali e l’associazione Assodelivery che tiene insieme la maggior parte delle compagnie di delivery, esclusa Just Eat: si tratterà dell’occasione per discutere del tipo di contratto da applicare, con i sindacati che spingono per seguire la stessa linea dell’accordo stipulato tra i sindacati confederali Cgil-Cisl-Uil e Just Eat nel mese di marzo del 2021.

rider

Le premesse, tuttavia, fanno emergere un certo pessimismo. “Questo accordo ha portato a un contratto peggiorativo rispetto a quello previsto dal contratto nazionale della logistica” ha commentato l’Usb. “Fatta eccezione per il riconoscimento della subordinazione del lavoro che ha sostituito un contratto da finti autonomi – scelta indiscutibilmente giusta – il contratto applicato ai lavoratori di Just Eat in realtà ha derogato molti diritti, soprattutto in materia di salario”. Come accennato è proprio questo il nodo della matassa: uno stipendio appena sufficiente a mantenersi, e che obbliga i rider a spengere metà del loro reddito per comprare il mezzo utilizzato per lavorare.

“Ci dichiariamo fermamente contrari alla stipula di un contratto di questo tipo” continua Usb. “Chiediamo che venga applicato senza deroghe di alcun tipo il contratto nazionale della logistica per tutte le piattaforme di delivery; che vengano riconosciuti tutti i diritti e le tutele garantite da quel contratto, dal giusto salario al pagamento delle ferie e della malattia; che vengano forniti dall’azienda stessa i mezzi di trasporto e di sicurezza per lavorare, come accade in tutti i settori della logistica”. In Spagna, nel frattempo, Glovo è stata multata dal ministero del lavoro per 79 milioni di euro per non aver assunto i rider come dipendenti.