Secondo i dati di un’indagine realizzata dall’Ufficio studi di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, a Milano più della metà dei bar e degli hotel (il 58%) sta cercando personale, ma 8 su 10 non riescono a trovare candidati.
Tutte le posizioni sono vacanti: mancano chef, camerieri, addetti alle cucine, addetti alle pulizie, barman e anche receptionist. Nonostante si moltiplichino gli annunci di ricerca del personale, i candidati sono veramente pochi. E questo nella supposta fare della ripresa post pandemia.
Secondo Confcommercio il lavoro c’è, ma mancano i lavoratori. In pratica l’81% di chi cerca nuovo personale non lo trova, con un picco che sale al 95% nel settore degli alberghi (per bar e ristoranti è dell’88%).
Lo studio ha coinvolto 613 imprenditori di vari settori, il 75% dei quali con attività a Milano e zone limitrofe. Secondo Marco Barbieri la colpa di questa mancanza di candidati è sia del reddito di cittadinanza che della mancanza di competenze. Secondo Barbieri, è necessario che le imprese offrano maggior formazione e incentivi per coloro che assumono.
I settori che sono maggiormente alla ricerca di nuovo personale sono:
- accoglienza (inclusi alberghi e bed & breakfast): 86%
- ristorazione (inclusi ristoranti, locali e tavole calde): 74%
- servizi (inclusi parrucchieri e assicurazioni): 71%
Per quanto riguarda il settore della ristorazione, il 65% cerca camerieri e personale di sala, mentre il 52% cuochi e addetti alla cucina. Nel settore della ricettività, invece, mancano i receptionist (65%) e uomini e donne delle pulizie (42%). Per i settori non alimentari, invece, si è alla ricerca di commessi (72%) e di responsabili all’amministrazione (22%).
Secondo gli imprenditori le principali cause di questa mancanza diffusa di manodopera sono:
- reddito di cittadinanza: 68%
- indisponibilità a orari e giorni proposti: 66%
Per il 60% dei candidati, invece, il problema è che la retribuzione è troppo bassa, mentre il 54% non ha le competenze di base.