L’Unione Europea vuole proteggere i propri apicoltori, e per farlo ha intenzione di irrigidire considerevolmente le norme riguardanti l’etichettatura dei prodotti alimentari, evitando così che il miele “contraffatto” proveniente dalla Cina venga venduto come europeo. I vari ministri dell’Agricoltura dei Ventisette ne stanno discutendo in un Consiglio Ue proprio questa settimana, con l’aiuto di un commissario competente.
A rigor del vero, è da tempo che gli apicoltori europei si lamentano della concorrenza sleale, proveniente in gran parte dalla Cina che, oltre a essere il primo produttore di questo prodotto a livello globale, è anche il maggiore esportatore in Europa. Qui è comune mischiare il miele con sciroppi di zucchero e raccoglierlo prematuramente per poi lasciarlo seccare con procedure artificiali. Gli standard di Bruxelles, invece, sono piuttosto elevati sia per la produzione che per la commercializzazione del prodotto: è quindi naturale che ora sorga il problema di tutelare i propri produttori dall’immissione nel mercato di prodotti che non rispettano le stesse norme ma che vengono venduti con la stessa denominazione.
Tra i ministri più attivi nella proposizione di un’etichettatura più precisa ci sono specialmente quelli di Francia, Portogallo e soprattutto Slovenia, dove l’apicoltura amatoriale è molto diffusa; e pare che la maggior parte degli Stati membri e il commissario Janusz Wojciechowski abbiano “riconosciuto la necessità di modificare le regole sull’etichettatura”.