Un’estate tutt’altro che “dolce” questa del 2020, che a oggi è una delle annate più negative per gli apicoltori. Ma in Sardegna il dramma potrebbe addirittura rivelarsi fatale: il miele sardo infatti rischia l’estinzione.
A diffondere la notizia, è la stessa Coldiretti Sardegna, che in un suo comunicato stampa, rivela dati impressionanti. Secondo elaborazioni Coldiretti (su dati Istat), a condizionare il mercato è soprattutto il miele straniero. Il 40% arriva dall’Ungheria e oltre il 10% dalla Cina. Le loro miscele di miele sono offerte sul mercato a prezzi economici e questo si riversa direttamente sui barattoli, poiché mescolandoli con altre mielate, si è scoperto che due barattoli su tre è comunque di origine straniera.
Per questi motivi i 1767 apicoltori sardi rischiano di dover dismettere i 66.773 alveari presenti in Sardegna. A rischio sono ovviamente gli 828 apicoltori che lo fanno di professione, non contando i 939 registrati che producono per autoconsumo, i cosiddetti hobbisti. La Coldiretti quindi lancia l’hashtag #compramielesardo, mascherando un problema apparentemente “piccolo”, in una richiesta d’aiuto prima di tutto per l’ambiente. Infatti questo collasso dell’80% della produzione è causato principalmente dai cambiamenti climatici: un inverno troppo caldo e siccitoso, una primavera gelida e il maestrale estivo che sferza violentemente le piante, hanno mandato in tilt le api. In queste condizioni le api hanno scarse possibilità di raccogliere il nettare e il poco miele prodotto lo utilizzano come alimento.
Un problema sardo ma in realtà di tutti, visto che le api rappresentano un indicatore rilevante dello stato di salute della Natura. Secondo la FAO, 3 colture alimentari su 4 dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api. Senza di loro, non avremmo molto probabilmente le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, le angurie e i meloni. La loro opera è fondamentale per la primaria funzione di salvaguardia della biodiversità.
A tutto questo si aggiunge anche la solita burocrazia, macigno sempre più pesante per le imprese agricole. “Circa il 70% degli apicoltori aspetta ancora gli indennizzi per la siccità del 2017 – ricorda il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu -, una lentezza ingiustificabile e improponibile per imprese che aspettano da tre anni nell’incertezza assoluta. Cosi come si riscontrano altri ritardi sulla legge 19 del 2015 che concede dei contributi agli apicoltori. A distanza di 5 mesi dalla presentazione delle domande, ancora non si conoscono neppure le graduatorie, facendo vivere nell’incertezza e impedendo agli apicoltori di poter pianificare i propri investimenti aziendali”.
“L’apicoltura è uno dei settori più trascurati nonostante l’importanza che assuma dal punto di vista ambientale – afferma il direttore di Coldiretti Sardegna, Luca Saba –. Sono i primi a subire le conseguenze dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento a testimonianza della centralità che assumono le api per l’ambiente. Inoltre subiscono pesantemente il peso di una concorrenza sleale dalle importazioni di miscele di miele stranieri di bassa qualità. Per questo è importante la nostra scelta. Compriamo sardo, diamo un contributo all’ambiente e alla nostra economia, scegliamo il miele dei nostri apicoltori, un prodotto garantito del quale conosciamo l’origine”.
Per quanto riguarda “l’origine”, è d’obbligo specificare sull’etichetta il luogo di produzione. Per esempio, se c’è scritto “Italia”, indica che il miele è raccolto interamente sul territorio nazionale. Nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”. Se invece proviene da Paesi extracomunitari deve contenere la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre, se si tratta di un mix, va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.
[ Fonte: L’Unione Sarda ]