Secondo la Confederazione Italiana Agricoltori (Cia), il mercato italiano è invaso da miele cinese importato a prezzi bassi e che generano una concorrenza sleale nei confronti di un settore già martoriato dai cambiamenti climatici.
Si tratta di un prodotto che ha poco in comune con il miele e che è miscelato con quello naturale per nascondere la contraffazione. A lanciare l’allarme è Cia-Agricoltori la quale dichiara: “Il nettare delle api è al terzo posto tra i dieci alimenti maggiormente a rischio di frode alimentare, che viene effettuata con l’aggiunta di sciroppo di zucchero e con metodologie di produzione non conformi alle norme europee, in cui l’uomo, fuori dall’alveare, si sostituisce alle api nella realizzazione del laborioso processo di maturazione del miele. Il ‘falso’ miele, difficile da rilevare con i controlli effettuati alle frontiere, crea una concorrenza sleale che sta fortemente penalizzando l’apicoltura italiana (prezzo medio di produzione 3,99€/kg), che ha registrato nel 2019 perdite per 70 milioni di euro”.
Per tutelare il settore, la Cia ha proposto all’Ue maggiori controlli ai confini e nuove metodologie di analisi, oltre all’introduzione dell’etichettatura del Paese di origine sulle miscele di miele, per evitare frodi.
Il danno economico derivante dalle difficoltà di mercato per gli apicoltori italiani sta, dunque, mettendo in ginocchio un comparto che in Italia conta 63 mila apicoltori, un milione e mezzo di alveari, 220 mila sciami, 23 mila tonnellate di prodotto e oltre 60 varietà.