Il miele è sempre più caro, tanto che, se continua così, diventerà un bene di lusso. Dal 2013 i prezzi del miele sono aumentati del 25 per cento in tutto il mondo, sostiene il Wall Street Journal e riporta in Italia il Post.
Il motivo è semplice: nonostante gli sforzi degli ambientalisti (e di Mc Donald’s, che ha costruito degli alveari fast food in Svezia), le api stanno scomparendo, rendendo sempre inquietante la profezia che qualcuno attribuì ad Albert Einstein “Se le api scomparissero dalla terra, per l’uomo non resterebbero che 4 anni di vita”.
A contribuire alla moria delle api, e quindi alla scarsità di miele, e quindi ancora all’aumento dei prezzi, un fenomeno chiamato la “sindrome dello spopolamento degli alveari”: semplicemente, gli insetti abbandonano l’alveare e muoiono, senza una vera spiegazione, applicando una sorta di istinto suicida che ricorda la trama del non del tutto riuscito horror a tema green di Shyamalan “E venne il giorno”.
Insomma, oggi il miele costa sempre di più (un aumento di due terzi negli ultimi dieci anni secondo la rivista statunitense Bee Culture), dati confermati anche dagli apicoltori americani, che quest’anno vendono il miele al dettaglio a circa 14 euro al chilo, più o meno un 9 per cento in più rispetto al 2018 e un 25% in più se si guardano i dati a partire dal 2013.
La situazione, al momento, non accenna a migliorare neanche in Italia, in particolare per questo 2019: il maltempo di questa primavera ha rovinato la fioritura e messo in difficoltà il lavoro delle api. Quindi, prepariamoci pure a considerare il miele un bene sempre più prezioso, sperando che non avesse ragione Einstein (o chi per lui pronunciò quella frase).