Il miele è un argomento caldo per la FAI (Federazione Apicoltori Italiani), che sta appoggiando e chiamano a gran voce la proposta francese di optare per etichette più trasparenti e precise. Tutto, a tutela di qualità, produttori e consumatori.
A formulare la proposta Agnès Pannier-Runacher, sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze francese, che specifica la necessità di segnalare in etichetta il Paese (o i Paesi) di origine il cui miele è usato nelle varie miscele.
Raffaele Cirone, presidente della FAI, afferma: “quello proposto dalla rappresentante del Governo francese è un atto di assoluta trasparenza, di correttezza verso i consumatori, di salvaguardia dell’apicoltura di ciascuno Stato membro dell’Unione europea. Solo così potremo contrastare le crescenti frodi sul miele, specie quando la materia prima arriva dai mercati esteri e il Paese d’origine viene omesso, eluso o falsato”.
Conclude: “solo in Italia, come del resto accade in Francia, nel 2018 sono stati acquistati dall’estero 28 milioni di kg di miele, spendendo 85 milioni di euro. Circa metà del prodotto importato in Italia arriva dall’Ungheria e non sappiamo se sia realmente questa la provenienza: spesso infatti le forniture sono triangolate per evitare i dazi doganali. È concorrenza sleale“.
Le etichette del miele sono già state messe più volte in discussione, per altri motivi rispetto al Pese di origine e alla tracciabilità, ma comunque sono da tempo sotto il mirino.
Fonte: lopinionista.it