Mesi e mesi di durissima siccità: la crisi idrica in Messico ha ormai assunto connotati così gravi da minacciare addirittura i raccolti di agave, pianta dalle foglie grasse e carnose che tendenzialmente non patisce la sete, innescando così una potenziale (e grave) carenza di mezcal. Un’eventualità che molto probabilmente sta macchiando di agitazione il sonno dei produttori locali: è bene notare che il mezcal – e la tequila più in generale – è stato protagonista di una notevolissima crescita in popolarità negli ultimi anni, con le esportazioni nel lasso di tempo compreso tra gennaio e ottobre 2022 che hanno messo a segno un valore complessivo di 3,6 miliardi di dollari, in aumento del 34,1% su base annua.
Il problema della siccità in Messico: il caso del mezcal
Entrambe queste produzioni – la tequila e il mezcal, per l’appunto – sono distillati ottenuti dall‘agave, una pianta che, come abbiamo rapidamente accennato in apertura, è nota per la sua capacità di resistenza a periodi di siccità anche prolungati. La severità della carenza idrica in Messico, tuttavia, è stata tale da rivelarsi pericolosa anche per queste particolari piante: “I totali delle precipitazioni in gran parte del paese sono stati inferiori al 25% del normale, con ampie sezioni con totali inferiori al 10 e al 5%” spiega Jon Davis, meteorologo capo di Everstream Analytics.
“Si tratta di dati estremamente critici” ha continuato, “che potremmo definire da record nel corso degli ultimi due mesi e mezzo. L’eccezione alla siccità è stata nelle sezioni nord-occidentali del paese, ad esempio la Bassa California, dove tuttavia non ci sono grandi aree di produzione di agave”. Naturalmente le scarse – o pressoché assenti – precipitazioni sono state accompagnate da temperature ben al di sopra della norma. Cos’è, vi pare di stare leggendo un copione familiare? Non ci sorprende: con le dovute proporzioni, si tratta della stessa fotografia di buona parte dell’Italia, soprattutto nel Nord Ovest.
Tornando al Messico, basti pensare che verso la fine di febbraio è stata registrata una temperatura di 43,6 gradi centigradi – la più alta di tutto l’emisfero settentrionale nel mese in questione – in quel di Puente Mezcal, importante area di coltivazione dell’agave. “La combinazione di estrema siccità e insolito calore invernale ha esaurito le riserve di umidità del suolo e intensificato la crisi idrica in tutto il Messico” ha continuato Davis.
È bene notare che tradizionalmente i coltivatori di agave non utilizzano l‘irrigazione, affidandosi invece alle piogge per fornire alle piante le piccole quantità di acqua di cui hanno bisogno per sopravvivere. Quel che è peggio, il futuro non promette miglioramenti: “Le previsioni indicano che la siccità continuerà anche per tutta la primavera” ha concluso Davis. “La carenza di prodotto è una potenzialità sempre più concreta”.