Dalle dolci colline della Langa fino all’ossessiva geometria sabauda: Mercato Centrale Torino inaugura l’anno nuovo con un taglio di nastro. Dopo avere colorato la coda del 2023 con l’apertura di Buatta – Cucina Popolana Palermo, osteria chiocciolata e anche insignita tra i Bib Gourmand della Rossa che propone una cucina siciliana delle antiche tradizioni, l’hub del gusto e della cultura di Piazza della Repubblica si prepara ad accogliere Bistrot di Langa.
Dalla Conca d’Oro dell’assolata Sicilia si passa, in altre parole, alle pettinate colline del basso Piemonte, immobili nella nebbia: Bistrot di Langa aprirà a Mercato Centrale Torino come prima inaugurazione dell’anno nuovo, e lo farà sotto la guida dello chef Francesco Liboà, che vanta per di più anche una precedente esperienza nella gestione della bottega La Pasta fresca di Egidio Michelis.
Bistrot di Langa a Mercato Centrale Torino: tutto quello che c’è da sapere sulla nuova apertura
Si gioca in casa, potreste avere intuito, ma in realtà nemmeno così tanto. Partiamo dal presupposto che è un nome che è tutto un programma, quello di Bistrot di Langa: l’offerta gastronomica proposta dal più recente tassello di Mercato Centrale Torino pianta saldamente le proprie radici nella più autentica tradizione piemontese.
Tradizione che, se a oggi ancora domina pressoché incontrastata tra le colline della Langa e le campagne che circondano il capoluogo sabaudo, lascia invece perdere le sue tracce man mano che ci si avventura in città: non è scontato, infatti, trovare alcuni dei piatti più tipici della storia gastronomica locale – il bollito, tanto per fare un esempio, o la ancora più tradizionale bagna càuda – tra le vie squadrate di Torino.
L’approdo di Bistrot di Langa a Mercato Centrale Torino si assume, pertanto, il compito di riportare in città quel patrimonio di piatti semplici e genuini che compongono la spina dorsale della tradizione culinaria piemontese. Vale la pena, a questo punto, dare un’occhiata al menu: stando a quanto lasciato trapelare si seguirà il ritmo delle stagioni, ispirandosi alla tipica realtà langarola della quotidianità in cascina.
Non mancherà la pasta della domenica, impastata rigorosamente a mano e stesa a manovella, per custodire i ripieni cotti a lungo nel pentolone di rame; o il vitello tonnato ispirato dai principi più saldi della tradizione piemontese; o ancora il bollito accompagnato dalle salse di Langa e la battuta di Fassona Piemontese al coltello. A chiudere l’offerta si segnala poi la sopracitata bagna càuda, la torta di nocciole (nocciole tonde e gentili, beninteso) e lo Zabaione montato a mano.