La digitalizzazione può offrire velocità, efficienza, maggiore precisione; ma per esprimere al meglio le sue potenzialità necessita di un terreno fertile e disposto a lasciarsi “contagiare”, per così dire. Leggendo tra le righe, la domanda sorge dunque spontanea: qual è l’impatto del menu digitale su di un settore ancora notoriamente (e bellamente, perché no) aggrappato alla tradizione, come la ristorazione italiana?
Velocità, efficienza, precisione; dicevamo – tre valori nettamente intrinsechi quando si parla di menu digitale, e che di fatto trovano una piena risonanza nell’esperienza diretta di chi ha deciso di adottarlo. Una recente indagine condotta da leggimenu.it, startup che offre l’unico menu digitale gratuito utilizzato da quasi 25mila ristoranti italiani, ha svelato che il 44% dei ristoratori intervistati (su di un bacino di diecimila) il passaggio al digitale ha semplificato il processo dell’ordinazione da parte dei clienti, soprattutto stranieri.
Il menu digitale in numeri
Più semplice, per l’appunto – un’espressione che spesso e volentieri si accompagna con il “più veloce”. Non a caso, infatti, il 25% dei ristoratori che ha risposto al sondaggio di leggimenu.it ha indicato proprio la velocità come uno dei più importanti benefici legati all’innovazione tecnologica: numeri alla mano, si calcola che l’85 per cento degli ordini viene concluso entro i cinque minuti.
Non è tutto fredda e aritmetica efficienza, però: nel menu digitale c’è anche spazio per la creatività, in un certo senso. Il 15% degli intervistati, infatti, ha trovato che il passaggio al virtuale abbia incentivato la possibilità di modifiche e aggiornamenti istantanei nella carta; il che ha – almeno per l’8% dei ristoratori – contemporaneamente abbassato la possibilità di un errore nelle ordinazioni. Ultimo e interessante dettaglio: nel 5% dei casi si segnala anche un incremento dello scontrino medio.
Interessante notare, per di più, che l’adozione del menu digitale ha spesso portato a una innovazione tecnologica più ampia: il 61% dei ristoranti sottoposti al sondaggio, oltre ovviamente al menu, infatti ha deciso di digitalizzare anche i sistemi di pagamento – secondo l’Osservatorio Caffè e Ristoranti Cashless 2023 di SumUp in Italia, nell’anno in corso i pagamenti digitali nel settore della ristorazione sono aumentati del 44,4% rispetto all’anno precedente – mentre il 10% del totale di coloro che sono stati sottoposti al sondaggio ha scelto di snellire le procedure per il reperimento delle materie prime.
La ciliegina sulla torta riguarda la natura “gentile” di questa piccola rivoluzione tecnologica, dal momento che la formazione dei dipendenti è stata veloce e facile (o addirittura non necessaria) nella stragrande maggioranza dei casi. Secondo i dati, il passaggio al digitale è stato “poco impegnativo” per il 78,2% degli intervistati, e nel 46% dei casi non c’è stato bisogno di alcuna formazione. Le frange più “bisognose”, per così dire, riguardano i dipendenti di età compresa tra i 30 e i 50 anni (dove il 21% dei ristoratori ha ritenuto opportuno intraprendere un qualche tipo di formazione digitale) e gli over 50 (22%).