L’inaspettata grandine di luglio travolge le mele del Trentino e mette in difficoltà le coltivazioni, distruggendo frutta e macchinari. Danni ancora in fase di valutazione ma si stima che le aree colpite ammontino a 5-600 ettari di frutteto. Il riscaldamento globale colpisce nei modi più inattesi, anche se ormai non possiamo dire sorprendenti, come ci ha insegnato anche il recente caso delle cozze bollite sulla spiaggia di Vancouver. Giovedì scorso, il 22 luglio, nubifragi di grande intensità hanno colpito la val di Non, la Vallagarina e i luoghi tra Rotaliana e Val di Cembra. La grandine si è accanita sui meleti di Tuenno e Pavillo in particolare, in certi casi strappando anche le reti anti-grandine. Nei casi dove il maltempo è stato più violento, la stima è della perdita quasi totale del raccolto: per esempio a Predaia e Ville d’Anaunia, Val di Non.
L’assessore all’agricoltura della provincia di Trento Giulia Zanotelli dichiara: “Dobbiamo constatare come eventi di questo genere appaiano sempre più frequenti e intensi, con danni anche sotto il profilo qualitativo e degli impianti ed effetti che si ripercuoteranno anche sulle prossime annate Va dunque ricordata l’importanza di usufruire degli strumenti a disposizione per la gestione del rischio promossi anche dalla Provincia”. Circa il 95% dei coltivatori di mele trentini sono assicurati contro i danni da maltempo, e quindi avranno un risarcimento economico. Il contributo provinciale dal 2020 copre anche i danni agli impianti.