McDonald’s rinuncia ai panini plant based: la rivoluzione veg è una cosa solo per ricchi?

Lanciatissimi, ma hanno dovuto fare dietro-front: nei McDonald's USA il plant-based ha fallito e l'alternativa alla carne sembra sempre più un miraggio.

McDonald’s rinuncia ai panini plant based: la rivoluzione veg è una cosa solo per ricchi?

Dietro-front: McDonald’s ha comunicato il fallimento dei panini plant-based in alcune aree degli Stati Uniti e non è una questione da sottovalutare. O che non desta interrogativi. Il primo su tutti riguarda la rivoluzione veg auspicata in pompa magna e che vacilla, di fatto, proprio al livello più accessibile e popolare del consumo: il fast food. Davvero, quindi, le alternative alla carne sono solo per ricchi?

Il discorso è ampio e non semplice da affrontare: appena lo si tocca spuntano fuori lotte di classe tra sostenitori convinti senza se e senza ma, e tra i contrari senza se e senza ma. Poi ci sono i neofiti, ovvero tutti coloro che credono in un cambiamento e cercano di attuarlo al meglio delle possibilità. Il punto è proprio questo, al momento: le possibilità, anche economiche, perché la verità è che è da radical chic pensare che il detto “volere è potere” valga per chiunque. Ecco perché veder fallire il plant-based nel ristorante più popolare (inteso come pop) sul Pianeta non offre grandi prospettive.

McDonald’s e l’epic fail sul plant-based

mc-donalds-plant-basedPanino plant-based da mcdonalds.com/us

I vegetariani e i vegani sono in aumento, ci dicono. C’è sempre meno carne sul fuoco, ci dicono. C’è sempre più alternativa alla carne, ci dicono. Di fatto, tuttavia, qua e là tutto ciò continua a vacillare. Senza fare di tutta l’erba un fascio – ché in ogni Paese ci sono infinite varianti da tenere in conto – negli Stati Uniti il plant-based nei fast food non funziona. A comunicarlo è mr. Joe Erlinger ovvero il presidente di McDonald’s USA che, in un’intervista per il The Wall STreet Journal, ha parlato concretamente dei prodotti che non stanno piacendo.

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In Italia il panino meat-free di McDonald’s non è ancora arrivato (in compenso, c’è in altri fast food come Burger King anche se non fila tutto liscio nemmeno qui), ma in America lo hanno sperimentato negli ultimi due anni e i risultati hanno deluso le aspettative, nettamente. In California e Texas, per esempio, i ristoranti vendevano solo 20 McPlant al giorno al posto dei 40-60 previsti. Si legge sul Los Angeles Time, che riprende l’intervista: “restaurants in the Bay Area and Dallas-Fort Worth were selling 20 McPlants per day, fewer than the 40 to 60 they had expected. Only three to five sandwiches per day were being sold in more rural east Texas“.

Colpa del cliente o del trend in calo?

Parlare di colpa è sbagliato, così come parlare di “trend” – perché la speranza è che non lo sia, la speranza è che sia davvero l’inizio di un futuro più costante e saldo: che destino abbiano il plant-based o l’alternativa alla carne è ancora tutto da vedere. Da parte sua, Erlinger vede le cose in modo lucido (e, dopotutto, il suo primo interesse non è certo il domani del Pianeta bensì quello di Mc Donald’s): “consumers in the United States aren’t looking for McPlant or other plant-based proteins from McDonald’s now. It’s a trend that we’ll continue to monitor”.

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Insomma, il cliente di McDonald’s non cerca il plant-based e viene infatti logico pensare che chi sceglie di nutrirsi al fast food non abbia così a cuore l’argomento allevamenti intensivi/malattie/benessere animale. Tuttavia, l’azienda continuerà a monitorare questo segmento del mercato. Curioso il fatto che, come alternativa al plant-based e per sopperire al suo fallimento, McDonald’s punterà sul pollo.