McDonald’s dice “no, grazie” alle tazze riutilizzabili: il colosso dei fast food non seguirà le orme di Starbucks che, da poco, ha reintrodotto l’uso delle tazze riutilizzabili personali. E tutto a causa della pandemia da Coronavirus.
Nel marzo 2020 tutte le grandi catene come McDonald’s, Starbucks e Tim Hortons avevano sospeso l’uso delle tazze riutilizzabili: i clienti dovevano rassegnarsi a prendere il caffè d’asporto nelle tazze usa e getta per prevenire i contagi.
Da poco, però, Starbucks ha implementato un sistema di consegna e di uso delle tazze riutilizzabili a prova di pandemia, motivo per cui ha reintrodotto il loro uso. Ma McDonald’s e Tim Hortons hanno deciso di non seguire le orme di Starbucks: per loro niente piani immediati per l’uso delle tazze riutilizzabili.
Il sistema di Starbucks prevede che i clienti possano portarsi la tazza da casa, ma non nei drive-thru. I clienti tolgono il coperchio della tazza e la posizionano (deve essere pulita) su un vassoio fornito da Starbucks. Il dipendente la riempie toccando solamente il vassoio e poi la riconsegna.
Starbucks parla di un approccio molto prudente per quanto riguarda la sicurezza, ma McDonald’s e Tim Hortons non sono convinti: va bene il problema del riciclo e della plastica, ma la pandemia ha cambiato le priorità, adesso viene prima di tutto la sicurezza dei clienti e dei dipendenti.
McDonald’s, in realtà, per quanto riguarda la filosofia delle tazze riutilizzabili è sempre stato un po’ indietro. Stavano pensando a come fare un lancio nazionale in tal senso, ma, come spiegato dal portavoce Ryma Boussoufa, sono stati bloccati dalla pandemia da Covid-19. In futuro probabilmente adotteranno questo sistema, ma solo quando la pandemia lo permetterà.
Ovviamente gli ambientalisti non sono dello stesso avviso: per loro l’uso dei contenitori riutilizzabili è perfettamente compatibile anche con la pandemia, a patto che le aziende utilizzino misure sanitarie adeguate come il lavaggio delle mani.