McDonald’s nei pasticci: una cliente sostiene di aver bevuto un caffè con una “sostanza chimica nociva” all’interno

McDonald's si è trovato trascinato in una causa multimilionaria: una donna sostiene che le è stato servito un caffè avvelenato da una sostanza chimica nociva.

McDonald’s nei pasticci: una cliente sostiene di aver bevuto un caffè con una “sostanza chimica nociva” all’interno

Caffè troppo caldo o avvelenato da una sostanza chimica nociva e non identificata? McDonald’s si è trovato trascinato in una causa multimilionaria dopo che una donna ha cominciato a sostenere di aver bevuto un caffè contenente una sostanza chimica che le ha danneggiato la gola e gli organi interni. Quel che è peggio, la nostra protagonista ha poi raccontato che il personale del ristorante in questione, situato in Alabama, Stati Uniti, si è rifiutato di contattare i servizi di emergenza sanitaria o di permetterle di vedere l’etichetta del veleno in questione in modo da poter capire quale trattamento di cura intraprendere.

McDonald's

Il risultato? Una causa che ha portato in ballo 13 milioni di euro come risarcimento nei confronti della donna. Ma facciamo un po’ di ordine: Sherry Head, la nostra protagonista, ha raccontato di aver ordinato un caffè macchiato in un Drive In nel dicembre del 2020. Un membro dello staff le ha spiegato che non avrebbe potuto servirle il caffè poiché la macchina era in fase di pulizia, ma un terzo dipendente è intervenuto dicendo che invece era pronta all’uso e ha servito il drink. A questo punto, Head ha rimosso il coperchio dalla tazza “e ha visto che il liquido non era caffè, ma sembrava essere un tipo di sostanza chimica” si legge nell’accusa: facendo marcia indietro nel Drive In, la donna ha spiegato quanto accaduto e ha visto il manager riprendere il personale dicendo loro di stare più attenti. Lo stesso manager, tuttavia, si è rifiutato di chiamare i servizi di emergenza sanitaria o di controllo antiveleni, e non ha nemmeno permesso a Head di vedere l’etichetta della sostanza in questione.

“Come risultato diretto del consumo della pericolosa miscela chimica servitale da McDonald’s, la querelante ha subito lesioni alla bocca, alla gola, all’esofago, allo stomaco, al tubo digerente e ad altri organi interni”, ha affermato la causa. “La condotta di McDonald nei confronti del querelante è stata atroce e assolutamente intollerabile”. La burocrazia a stelle e strisce intanto procede, e di fatto è già stata avviata un’indagine approfondita – quel che è certo è che ultimamente i famosi archi d’oro stiano navigando in un mare di pasticci.