In Inghilterra McDonald’s ha aperto un ristorante a zero emissioni di CO2. Il locale, che si trova nello Shropshire, nel paese di Market Drayton, è alimentato da pannelli solari e turbine eoliche installate in loco, isolato con lana di pecora britannica e dispone di apparecchiature informatiche ed elettrodomestici riciclati.
L’edificio è stato progettato per “mantenere l’aspetto familiare di McDonald’s per fare in modo che possa essere facilmente replicato” e offrirà lo stesso menu delle altre filiali McDonald’s.
Beth Hart di McDonald’s ha affermato che il loro cibo dovrebbe essere “servito in ristoranti sostenibili per il futuro”, aggiungendo che “il ristorante di Market Drayton è un grande passo avanti per renderlo realtà”.
Tuttavia non la pensano allo stesso modo gli attivisti di Greenpeace UK, che – nella persona di Anna Jones – accusano McDonald’s di fare del greenwashing: “Se carne e latticini sono ancora il piatto principale del menu di McDonald’s, allora questa nuova iniziativa di ristorazione può essere etichettata solo così com’è: McGreenwash”.
Il greenwashing, come lo definisce Greepeace è una “tattica di pubbliche relazioni che viene utilizzata per far sembrare un’azienda o un prodotto rispettosi dell’ambiente senza ridurre significativamente il suo impatto ambientale”.
La Jones rincara la dose affermando che che le foreste, critiche per il clima in Sud America, sono state “decimate” dalla produzione legata alla carne e ai latticini, e McDonald’s dovrebbe “pensare oltre le emissioni di specifici siti del Regno Unito e iniziare a spostare urgentemente il suo intero modello di business verso alternative senza carne” .
Un portavoce di McDonald’s ha affermato che il ristorante a zero emissioni è “solo una delle tante azioni che stiamo intraprendendo come azienda, incluso l’ambizioso piano di sostenibilità per raggiungere il nostro obiettivo di emissioni nette zero in tutta la nostra attività nel Regno Unito e in Irlanda e nella catena del valore, entro il 2040”.