È evidentemente già tempo di shopping natalizio per McDonald’s, che punta a un’espansione organica nella florida Cina. D’altro canto, la vetrina dei social – e più banalmente la legge dei numeri – racconta di un recente incrinarsi dei rapporti con l’Occidente, grande teatro tradizionale degli archi dorati, con prezzi in continua ascesa che hanno, inevitabilmente, corroso l’immagine del McDonald’s come roccaforte del risparmio.
A oggi la Cina – e più in generale il continente asiatico, a onore del vero – è stata ampiamente riconosciuta da McDonald’s come la regione a più rapida crescita: un territorio fertile per pianificare le prossime mosse e affrontare un futuro che, per gli archi dorati così come per diverse altre insegne, pare sempre più incerto. Da qui la mossa di acquistare dal private equity americano Carlyle Group una quota di minoranza delle sua attività cinesi, che di fatto si estendono anche a Hong Kong e Macao.
McDonald’s e l’operazione con Carlyle Group: un passo verso la Cina
Stando a quanto lasciato trapelare da Il Sole 24 Ore McDonald’s avrebbe dichiarato di volere acquistare la quota di minoranza (pari al 28%, a essere precisi) di Carlyle Group al fine di ricostruire “l’esposizione a quella che è diventata la regione a più rapida crescita del gruppo di ristorazione”. Viene da immaginare, considerando quanto visto fino a questo momento, che questa prima acquisizione possa essere la prima di una più lunga serie di affari da parte del colosso a stelle e strisce del fast food, con l’obiettivo di stabilire una presenza più importante in Cina e più in generale nella intera regione asiatica.
Numeri alla mano, risulta che Carlyle Group stia di fatto vendendo la propria quota per un valore complessivo di 1,8 miliardi di dollari, con l’intera operazione che è invece stata valutata a circa 6,4 miliardi di dollari. Secondo i calcoli effettuati dagli analisi del private equity americano, il tutto dovrebbe fruttare agli investitori più di sei volte il loro denaro al lordo delle commissioni.
È per di più bene notare che il “passaggio del testimone”, se così vogliamo definirlo, porterà la partecipazione totale di McDonald’s al 48% sul totale: i nostri lettori più attenti ricorderanno infatti che lo stesso colosso del fast food aveva ritenuto opportuno mantenere una quota di minoranza del 20% dopo la vendita delle proprie quote allo stesso Carlyle Group e al gruppo cinese Citic Capital nell’ormai lontano 2017. Il restante 52%, al momento ancora fuori dal portafoglio degli archi dorati, rimarrà invece in mano a un consorzio guidato da Citic Capital.