McDonald’s ha già mandato in pensione la sua intelligenza artificiale

L'intelligenza artificiale di McDonald's finisce in pensione dopo appena tre anni di carriera: siamo quasi invidiosi.

McDonald’s ha già mandato in pensione la sua intelligenza artificiale

Fast food, o “cibo veloce”: una formula che inevitabilmente suggerisce un pasto rapido e possibilmente a buon mercato. Vien da sé che abbinare a un modello del genere l’efficienza delle macchine rappresenta un prospetto interessante: basti chiedere a McDonald’s, che non a caso aveva sviluppato un’intelligenza artificiale appositamente per snellire gli ordini. Il risultato, però, ha lasciato un po’ a desiderare.

Permetteteci di spezzare una lancia a favore degli archi dorati: l’idea, al netto di ogni ironia, era buona. Pensateci: un modo per ottimizzare ancora di più la formula del fast food, permettendo ai clienti di imboccare il drive-thru, raccontare il proprio ordine a un assistente virtuale e poi ritirarlo appena una manciata di minuti più tardi. Peccato che, come si suol dire, tra il dire e il fare ci sia di mezzo il mare.

Perché l’IA di McDonald’s non funziona?

intelligenza artificiale

Ve la facciamo semplice: l’Automated Order Taker – questo il nome dell’intelligenza artificiale di casa McDonald’s – era un po’ dura di orecchi. L’esperimento ha mosso i suoi primi passi nel 2021, ed è già prossimo alla pensione: il suo compito, come accennato, era banalmente quello di ascoltare l’ordine e di comunicarlo alla crew, che si sarebbe occupato – secondo la consueta rapidità del mondo del fast food –  di prepararlo.

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Ecco, è qui l’inghippo – “ascoltare l’ordine”, per l’appunto: tre gelati anziché due, e inspiegabilmente con tanto di bacon; nove bicchieri di tè freddo o ancora 230 euro in sole crocchette di pollo. Poco più di casi isolati, diranno i più cinici tra di voi, episodi che hanno fatto clamore anche e soprattutto perché hanno potuto godere di quella caotica camera di risonanza che è TikTok.

Beh, non proprio. Stando ai numeri forniti da Peter Saleh, analista intervistato dall’emittente americana CNBC, la precisione dell’intelligenza artificiale di McDonald’s è appena superiore all’80%. La matematica non è un’opinione: un ordine su cinque è sbagliato. I nostri lettori più attenti lo ricorderanno: c’è addirittura stato un periodo in cui sfottere i robot del drive-thru dagli archi dorati era diventata una vera e propria moda.

Tre anni di carriera prima della pensione, dunque – da parte nostra c’è quasi un po’ di invidia, dobbiamo ammetterlo. A partire dal 26 di luglio tutti i punti vendita “equipaggiati”, per così dire, con l’Automated Order Taker dovranno necessariamente disattivarlo e ritornare ai vecchi metodi. La rivincita della carta e penna, in altre parole: meglio aspettare un paio di minuti in più che non trovarsi con qualche centinaio di euro in crocchette di pollo.