McDonald’s e Burger King sono un po’ nei guai: i due colossi del fast food, infatti, stanno subendo delle cause legali per via del fatto che i loro imballaggi contengono ancora troppi PFAS.
I PFAS o sostanze perfluoro alchiliche, così come fatto notare da una ricerca di Consumer Reports, si trovano ancora nei sacchetti delle patatine fritte di McDonald’s e in quelli dei biscotti di Burger King.
Nonostante le due aziende si siano impegnate ad eliminare i PFAS dai loro imballaggi, ecco che non lo stanno facendo abbastanza velocemente, tanto che al momento ben tre cause legali sono state intentate contro le note catene di hamburger (secondo quanto riferito da Nation’s Restaurant News).
Le cause avrebbero tutte toni similari: presentano prove secondo le quali i PFAS sarebbero nocivi per la salute umana e l’ambiente e sostengono che le due aziende stanno fuorviando i consumatori dicendo che in realtà i loro prodotti sono sicuri.
Una delle cause afferma che l’uso dei PFAS è in netto contrasto con l’identità del marchio McDonald’s che sposa la causa della sicurezza alimentare. Idem dicasi per Burger King che sostiene che i suoi prodotti sono sicuri e sostenibili, salvo poi saltar fuori che nell’imballaggio dei Whopper ci sono livelli di PFAS che superano la soglia di sicurezza ambientale raccomandata.
Chissà come andranno avanti queste cause? In fin dei conti, a inizio 2021, McDonald’s aveva promesso di eliminare gradualmente queste sostanze chimiche entro il 2025. La stessa cosa ha fatto Burger King, il quale però ha confermato il suo impegno a rispettare la data di scadenza del 2025 solamente lo scorso mese.