McDonald’s e Burger King pare siano riusciti a convincere Donald Trump della necessità di rimanere aperti nonostante l’epidemia di Coronavirus. A quanto riportano i media, nei giorni scorsi i rappresentanti delle aziende leader del settore del fast-food, tra cui – ovviamente – i resposnabili di McDonald’s e Burger King, hanno avuto una conference call con il presidente degli Stati Uniti.
L’ordine del giorno, secondo l’amministratore delegato di Restaurant Brands International José Cil, era valutare la capacità dei ristoranti di catena di servire il Paese durante l’epidemia di Coronavirus. “Possiamo aiutare a nutrire l’America”, ha detto Cil a Business Insider parlando della telefonata. “In una circostanza come questa, se non utilizziamo aziende come Burger King, Tim’s e Popeyes sarà davvero difficile per gli Americani nutrirsi”, ha continuato Cil. “Il nostro messaggio è che possiamo continuare a fornire cibo fresco ai clienti che lo desiderano”, ha dichiarato David Tovar, vice responsabile della comunicazione statunitense di McDonald’s.
Potenziando il drive-thru e gli investimenti nella consegna a domicilio, le catene sono pronte a servire le persone in isolamento meglio di molti ristoranti indipendenti. E, in un momento di ansia, la familiarità del fast food può servire da conforto in questo momento difficile. Questi i punti cardine della tesi che vuole i fast food aperti e operativi durante la pandemia, seppure con le dovute precauzioni. Molti dipendenti, però, dichiarano di essere preoccupati per questa politica imprenditoriale.
[Fonte: Business Insider]