Le sentenze parlano chiaro – quei McNuggets erano davvero troppo caldi, e McDonald’s dovrà pagare un adeguato risarcimento per l’ustione di una bambina di quattro anni. Che c’è, siete confusi? Nessun problema – ci pensiamo noi a riavvolgere il nastro e riassumervi la vicenda. Siamo in Florida, Stati Uniti: un’allegra famigliola – madre, padre e bimba – si fermano al drive thru del McDonald’s locale per uno spuntino. Per la piccola i genitori ordinano una confezione di chicken nuggets ma, rimasta sorpresa dalla temperatura del cibo, la nostra giovane protagonista lascia cadere una crocchetta di pollo che va a incastrarsi tra la sua coscia scoperta e la cintura di sicurezza. I genitori si affrettano per rimuovere la pepita incandescente, ma ci mettono troppo tempo, e sulla pelle della bambina appare una cicatrice da bruciatura.
McDonald’s è colpevole: i McNugget erano troppo caldi
I genitori prendono vie legali e chiedono un corposo risarcimento (15 mila dollari, stando a quanto riportato), McDonald’s naturalmente prende le distanze ma viene trascinato in tribunale. Il risultato ve lo abbiamo già accennato: il colosso del fast food – e il franchising che si occupava del punto vendita “incriminato” – sono colpevoli, e nei giorni a venire una seconda giuria si occuperà di determinare l’entità del risarcimento.
La decisione, stando a quanto lasciato trapelare dalle aule, è stata più travagliata del previsto. C’era chi riteneva il franchising unico responsabile, in quanto non si era occupato di avvertire i clienti del rischio di cibi troppo caldi; e chi invece ha puntato il dito direttamente verso la società madre, rea di non avere fornito istruzioni per la manipolazione sicura del cibo. Il risultato, in ogni caso, non cambia.
“Questo è stato uno sfortunato incidente, ma siamo rispettosamente in disaccordo con il verdetto”, ha dichiarato McDonald’s USA in una nota. “I nostri clienti dovrebbero continuare a fare affidamento su McDonald’s nel seguire le politiche aziendali e le procedure di sicurezza utilizzate per servire i McNuggets“.
Gli avvocati del colosso del fast food hanno impostato la propria difesa sottolineando la necessità di servire il cibo a una temperatura relativamente alta per evitare problemi di salute come salmonella e simili, e osservato che i McNuggets non vengono venduti con l’ipotesi che rimangano “premuti tra la cintura di sicurezza e la carne umana per più di due minuti”. Tesi più che condivisibile, se possiamo arrischiarci: possibile che nessuno sia riuscito a intervenire prima e rimuovere la crocchetta (giustamente) calda dalla pelle della bambina?