Pare che costerà molto cara a McDonald’s la scelta di chiudere i suoi 850 ristoranti in Russia: si stimano perdite di 50 milioni di dollari al mese, non proprio bruscolini.
Se ricordate, martedì scorso il colosso dei fast food con sede a Chicago aveva, infine, ceduto alle pressioni e aveva annunciato che avrebbe temporaneamente chiuso le sue 850 sedi in Russia, continuando però a pagare gli stipendi dei dipendenti.
Solo che, a differenza di quanto accade con Starbucks, la maggior parte dei ristoranti in Russia di McDonald’s sono di proprietà dell’azienda e non sono in franchise (invece tutte le sedi di Starbucks e di Burger King sono in franchise). Questo vuol dire che McDonald’s perderà più soldi da questa chiusura rispetto ad altre aziende.
Kevin Ozan, CFO di McDonald’s, ha dichiarato che la società sta ancora cercando di calcolare quale sarà l’impatto economico di tale scelta. Secondo le prime stime, si parla di perdite da 50 milioni di dollari al mese o di 5-6 centesimi per azione. Per fare i necessari paragoni, nel quarto trimestre dell’anno scorso McDonald’s ha ottenuto un utile netto di1,64 miliardi di dollari, con un utile per azione di 2.18 dollari.
Il fatto è che, oltre ad essere i ristoranti di proprietà di McDonald’s stesso, ecco che l’azienda si è impegnata a pagare tutti i suoi 62mila dipendenti russi. In aggiunta, McDonald’s continuerà a pagare anche i contratti di affitto delle sue sedi, nonché i costi della catena di approvvigionamento e altre spese. Il tutto senza avere, però, entrate. Senza dimenticare, poi, che McDonald’s ha anche temporaneamente chiuso i suoi 108 ristoranti in Ucraina: Russia e Ucraina insieme rappresentano il 9% dei ricavi dell’azienda.
L’azienda ha però dichiarato che si aspettavano una cosa del genere, ma hanno comunque deciso di fare quello che ritenevano essere giusto per condannare questa guerra.
Alla luce di tali fatti, forse non ha sbagliato Burger King a fare il contrario: il rivale di McDonald’s, infatti, ha deciso di rimanere aperto, anche se devolverà i suoi incassi a favore delle associazioni di sostegno dei rifugiati ucraini.
E intanto, mentre McDonald’s si fa i conti in tasca, ecco che i moscoviti formano lunghe code chilometriche fuori dai McDonald’s per poter mangiare l’ultimo Big Mac per chissà quanto tempo.