Solerte ma non troppo McDonald’s si confronta con il mondo in crescita costante del food delivery, ovvero della consegna di cibo a domicilio.
Come anticipato giorni fa dal Chicago Tribune i vertici della multinazionale americana avrebbero deciso di sperimentare UberEats, il servizio che Uber riserva al trasporto di pasti caldi a domicilio in molte città internazionali, già attivo anche in Italia.
Il test inizierà dalle principali città della Florida, vale a dire Orlando, Tampa e Miami coinvolgendo circa 200 punti vendite. Se i risultati saranno soddisfacenti McDonald’s potrebbe estendere la collaborazione in altre città degli Stati Uniti e in seguito, in buona parte del mondo.
Abbiamo già spiegato come funziona UberEats: derivato dalla celebre app per tassisti “fai da te” protagonista della sharing economy, è un servizio di consegna pasti a domicilio attivo 7 giorni su 7, 24 ore al giorno, con un tempo medio di consegna nelle città in cui è già attivo, Milano compresa, di 34 minuti.
I protagonisti sono sempre loro: i corrieri. Per diventare corriere UberEats basta iscriversi al sito, a patto di soddisfare alcuni requisiti. Bisogna essere maggiorenne, avere uno scooter con i documenti in ordine, essere capaci di sollevare un pacco di 15 chilogrammi.
Non è la prima volta che McDonald’s collauda servizi di consegna a domicilio: lo ha già fatto con servizi specializzati quali DoorDash e Postmates.
UberEats, però, ha una marcia in più rispetto ai concorrenti. Mentre gli altri servizi di delivery applicano tariffe elevate, quella di UberEats è di 5 dollari.
Il test rientra in una serie di misure che McDonald’s sta sperimentando per i propri punti vendita in tutto il mondo. Come, ad esempio, l’installazione di colonnine per il self-service. Oppure, il lancio della app per ordinare e poi ritirare il proprio pasto nel ristorante più vicino.
[Crediti | Link: Chicago Tribune]