Due società controllate dal comico americano Byron Allen hanno fatto causa a McDonald’s per 10 miliardi, sostenendo che il colosso dei fast food, nelle scelte commerciali e pubblicitarie, discrimina in maniera razzista le aziende di proprietà dei neri.
Il comico afferma questo dall’alto del fatto che, dopo aver abbandonato la carriera sui palchi, si è dedicato a costruire una grande azienda mediatica americana, l’Allen Media Group, sulle cui reti però McDonald’s pare non abbia investito volentieri, almeno a giudicare dall’accusa.
E ora Allen chiede 10 miliardi di dollari di danni per discriminazione razziale, visto che – dice – la pianificazione pubblicitaria tocca per lo più reti di proprietà dei bianchi. La causa, intentata presso la Corte Superiore della California a Los Angeles, ha costretto McDonald’s a rilasciare una dichiarazione, in cui spiega che hanno aumentato la previsione di spesa sui media di proprietà di imprenditori neri dal 2% al 5% della pubblicità nazionale totale nei prossimi quattro anni, e che si impegna a raddoppiare la spesa pubblicitaria sui media di proprietà di minoranze e donne portandola dal 4% al 10% entro il 2024.
“Abbiamo raddoppiato i nostri rapporti con partner di proprietà diversificata”, ha detto la società nella nota. Byron Allen ha rifiutato di commentare la dichiarazione di McDonald.