52 ex proprietari di franchising di McDonald’s hanno fatto causa all’azienda per discriminazione razziale. Gli imprenditori, tutti di colore, sostengono di essere stati trattati diversamente dalla multinazionale del fast food rispetto ai loro colleghi bianchi, e chiedono per questo motivo un risarcimento di un milione di dollari.
Nell’occhio del ciclone ci sono finiti circa duecento ristoranti americani, usciti dal franchising tra il 2010 e il 2020, perché McDonald’s avrebbe negato loro le stesse opportunità degli operatori bianchi spingendoli fuori dal sistema.
Secondo la denuncia, il colosso degli hamburger avrebbe indirizzato i franchisee neri verso i ristoranti in quartieri a basso reddito, che in genere hanno costi di sicurezza e assicurativi più elevati e volumi di vendita inferiori.
L’accusa afferma che il reddito medio annuo dei querelanti è stato di $ 2 milioni, almeno $ 700.000 in meno rispetto alla media nazionale di McDonald’s per i suoi affiliati tra il 2011 e il 2016. “Le entrate, a McDonald’s, si basano su un fattore e un fattore solo: la posizione”, ha affermato l’avvocato della querelante James Ferraro in un’intervista.
“Non ha nulla a che fare con il gusto di un Big Mac. Non vai da un McDonald’s diverso perché i Big Mac sono migliori. Vai al McDonald’s più vicino, punto”. In quest’ottica, la posizione offerta ai franchesee poteva essere determinante per i loro affari, e la tesi dell’accusa è che l’azienda abbia deliberatamente boicottato gli affiliati di colore.
[Fonte: CNBC]