Il posto migliore per lasciarsi cogliere dall’ispirazione? Seduti a tavola, a quanto pare. Basti chiedere a Mauro Uliassi, che d’altro canto queste dimensioni – quella dell’ispirazione e anche quella della tavola – deve conoscerle particolarmente bene: ospite per un pranzo da Checco Zalone, lo chef ha trovato l’idea per traslare una ricetta “tecnicamente sbagliata”, come lui stesso l’ha definita, e vigorosamente legata alla tradizione barese nel menu del suo ristorante. Protagonista è la cosiddetta “pasta all’assassina“, un piatto che Uliassi ha per l’appunto avuto modo di conoscere grazie a una cena con il comico, e che l’ha evidentemente colpito al punto da spingerlo a rivisitarla a modo suo. Amore al primo assaggio?
Mauro Uliassi e la pasta all’assassina di Checco Zalone
Ma andiamo con ordine – che c’entrano la pasta all’assassina, Checco Zalone e Mauro Uliassi nella stessa frase? È piuttosto semplice, in realtà: il punto di partenza, tanto per cambiare, è alla tavola di un ristorante – quello di chef Uliassi, a essere precisi. Stando a quanto riportato il comico pugliese, accompagnato dalla sua compagnia di teatro, stava godendosi un pranzo quando, durante una chiacchierata con lo chef, avrebbe finito per invitare quest’ultimo a cena con la promessa di cucinargli gli spaghetti all’assassina.
L’invito, ormai l’avrete intuito, è stato un successo. “Grande classico di Bari che, diciamolo, non è tecnicamente corretto” ha spiegato Uliassi, riferendosi per l’appunto alla pasta all’assassina. “In pratica gli spaghetti vengono messi a crudo nel pomodoro e poi man mano si aggiunge il brodo fatto con la conserva, ma il vero segreto è di farli attaccare alla padella più e più volte. Eppure, con i miei ragazzi, ci allettava molto l’idea di inserire questo piatto nel Lab”.
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Detto fatto, e il risultato è stato prontamente pubblicato su Instagram con tanto di ringraziamenti per Checco Zalone che, con un invito a cena, ha acceso il fuoco dell’ispirazione. “Le caratteristiche principali della assassina sono la piccantezza, il colore della salsa all’arrabbiata, la tostatura della pasta e la chiusura con le foglie di Perilla detta anche shiso” si legge nel post pubblicato da Mauro Uliassi. “Come pasta non abbiamo usato gli spaghetti, ma i fusilloni del metodo Massi, piu semplici da gestire in un menu come il lab”.
“Azzeccato il punto di cottura dove la pasta cede ed è poi facile da arrostire, (34 minuti in acqua bollente ,a fronte dei 12 minuti normali), la pasta, viene passata prima in padella di ferro e poi in salamandra a due passi dalla bruciatura” continua la ricetta. “Al posto del pomodoro per la salsa, si é utilizzato il peperone rosso lungo, che ha una piccantezza di livello medio e non troppo persistente. Dopodiché con i gambi di prezzemolo abbiamo fatto una specie di tabbouleh, l’aglio lo abbiamo messo in infusione nell’olio e a cristalli leggermente tostato, abbiamo aggiunto la ‘nduja e un altro olio fatto con l’ajowan, che ha un marcato sentore cuminoso”.