È la prima volta nella storia dell’Unesco che uno chef viene nominato Goodwill Ambassador o, se preferite Ambasciatore di buona volontà: un onore affidato a Mauro Colagreco, che avrà il compito di promuovere le azioni dell’organizzazione Onu a favore della biodiversità. L’annuncio è arrivato direttamente dal Direttore Generale dell’Organizzazione, Audrey Azoulay, che ha sottolineato come lo chef italo argentino si sia distinto per la sua capacità di imprimere nella propria filosofia gastronomica una spiccata sensibilità per il benessere dell’ambiente, traendone un vero e proprio fil rouge che collega tra loro le sue creazioni.
Mauro Colagreco: dalle tre stelle fino al ruolo di Ambasciatore Unesco
Mauro Colagreco nasce a La Plata, Argentina, nel 1976; con un cognome che tuttavia lascia intendere un chiaro legame di sangue con il nostro caro vecchio Stivale: Colagreco è di fato figlio di un commercialista abruzzese originario di Guardiagrele, comune di appena ottomila abitanti incastonato nella verde e rocciosa provincia di Chieti. Una radice, questa, che lo stesso chef ha suggellato in via ufficiale nell’ormai lontano 2017 proprio in quel di Guardiagrele, quando il sindaco gli conferì la cittadinanza onoraria.
Ai colori dell’Argentina e dell’Italia va tuttavia aggiunto anche il bleu di Francia: a soli 25 anni Colagreco si stabilì nella terra dei cugini d’oltralpe dove, naturalmente, ebbe modo di formare il proprio futuro culinario. Da qui l’ascesa vertiginosa e costante, che riassumeremo in una manciata di nomi: Plaza Athénée di Alain Ducasse, Arpège di Alain Passard e Côte d’Or, dove visse sulla pelle il suicidio di chef Bernard Loiseau. Poi l’approdo in quel di Mentone, accompagnato dalla moglie Julia, di origini brasiliane; l’arrivo del vessillo della Rossa per il Mirazur, la salita nell’Olimpo delle tre stelle Michelin nel 2019 e, appena una manciata di mesi più tardi, l’incoronazione a migliore ristorante del mondo.
Come accennato in precedenza, Colagreco declina la sua cucina attraverso l’impiego di prodotti prettamente locali, radicati nella regione e nel pieno rispetto del ciclo delle stagioni. Coltiva un orto di 5 ettari in permacultura e biodinamica, raccoglie parte dei suoi prodotti sotto forma di prelievi forestali e lavora per il resto con piccoli produttori regionali riconosciuti per il loro approccio eco-responsabile – una consapevolezza e un’attenzione che, tra le altre cose, ha portato alla conquista nel 2020 della Stella Verde e della certificazione “Plastic Free”.
In veste di Ambasciatore di buona volontà per l’Unesco, chef Mauro Colagreco sarà chiamato ad attivare ancora una volta la sua sensibilità ambientale, e si occuperà di promuovere le azioni dell’Organizzazione a favore della biodiversità.