Non è un semplice rifacimento di trucco il restyling di Contraste, lo stellato di via Meda a Milano creatura di i Matias Perdomo, Simon Press e Thomas Piras, che riapre ufficialmente al pubblico dopo due mesi di lavori. La riapertura di questi giorni è il culmine di una riflessione partita già più di un anno fa e che, in pieno stile Piras, ha radici profonde, e vuole essere un’evoluzione dello stesso brand del ristorante, quel “contraste” che ora sarà ancora più rappresentato nella nuova veste del locale, ma anche accompagnato ad un nuovo menù che ne sia emanazione e complemento.
Il progetto
A realizzare l’audace ristrutturazione è stato l’architetto di Luca de Bona e Debonademeo Studio, trasformando in realtà la visione del team del ristorante: un grande palco teatrale dove entrano in scena tanto gli chef e il personale quanto il cliente che diventa al tempo stesso spettatore e co-protagonista di un’esperienza unica, portando anche nel design della sala il tema di accoglienza e contrasto. Due concetti apparentemente lontani, ma che trovano il loro corrispettivo nell’alternanza percettiva tra toni caldi e freddi, superfici ruvide e opache, arredi antichi e contemporanei.
Ogni stanza è ispirata a uno dei quattro elementi e concepita trasformando il vedutismo ottocentesco in un rebus. Così tra i simboli di acqua, luce, terra e aria appaiono elementi stridenti e dettagli inattesi per stimolare, allietare e sorprendere l’ospite durante i pasti. Il tutto secondo la filosofia Contraste.
Riflessi e Riflessioni
Lo storico menù degustazione di Contraste, “Riflesso”, giocava sulla forma, rappresentando la materia prima in forme sorprendenti, portando alle estreme conseguenze un percorso già iniziato ai tempi del Pont de Ferr, i sapori erano strutturati per ricondursi alle memorie gustative dei commensali: un donut all’americana è in realtà una lasagna, un pomodoro racchiude un cacciucco. “Riflessioni” vuole andare oltre, offrendo zero comfort, nessun appiglio identitario o di tradizione né approcci ludici. Gli ingredienti sono lì, riconoscibili ed espressi in maniera inequivocabile, ma sensorialmente decontestualizzati: piatti come le arachidi bollite nel fondo di arrosto con frutto della passione, pralinato di arachidi e caviale, vogliono estraniarsi dalla cucina dei ricordi, creandone di nuovi, un processo che si riflette nell’ambiente, con colori ed elementi ad una prima occhiata in totale “Contraste” ma in realtà forieri di una nuove e moderna armonia.