Andiamo dal fruttivendolo come da Manolo Blahnik. Prima di prendere la frutta e la verdura dai banchi noi italiani ci accertiamo che non abbia difetti estetici, e scartiamo quel che non ci appaga, che ci sembra brutto, perché pensiamo, sbagliando, che non sia abbastanza buono.
Di questo sentire comune nazionale, orientato verso forme e colori perfetti e inevitabilmente verso lo spreco alimentare, ne sanno qualcosa grossisti e mercati ortofrutticoli.
Da questo punto di vista gli inglesi hanno qualcosa da insegnarci.
Per esempio, grazie a uno spirito anti-spreco fortemente radicato Jenny Dawson, ex dipendente di un hedge fund della City, ha fondato nel 2012 la sua startup alimentare. Che ha una particolarità: recupera i vegetali invenduti, altrimenti destinati a finire nella spazzatura.
Così è nato Rubies in the Rubble (“Rubini nelle Macerie”), il marchio che ha avviato una piccola rivoluzione nel settore alimentare, impiegando per confetture, marmellate e salse oggi in vendita nelle principali catene di supermercati inglesi, soltanto ingredienti usati che provengono dalle eccedenze dei mercati e degli agricoltori.
Connotata da un forte senso etico, la startup di Jenny, che ha iniziato vendendo i suoi prodotti al Borough Market di Londra, è riuscita a trasformare l’impiego degli scarti da un prevedibile elemento di scetticismo a uno strumento di marketing potente, che ha favorito il suo successo.
Al punto che, oggi, per far fronte all’approvvigionamento, Rubies in the Rubble è stata costretta a stipulare accordi commerciali direttamente con le aziende agricole: compra a prezzi ridotti tutti quei vegetali che supermercati e dettaglianti scarterebbero per ragioni estetiche e che altrimenti finirebbero al macero.
Dal 2012, l’azienda inglese ha salvato dalla spazzatura circa 600mila prodotti, l’equivalente di 102 tonnellate di anidride carbonica. Un contatore in fondo alla homepage del sito aziendale tiene conto dei prodotti ortofrutticoli salvati nei mesi precedenti: a ottobre, per esempio, sono state salvate 500 zucche lunghe, 3900 pomodori, 1300 cipolle rosse.
Jenny afferma di aver pensato al progetto ricordando i suggerimenti ricevuti dalla madre quando era bambina: gli avanzi potevano durare più a lungo se bolliti, zuccherati e messi in un vasetto sotto forma di conserva.
“Quando ho pensato di farne un marchio, volevo mostrare a tutti la grande bellezza delle cose che vengono sprecate”, ha detto al Guardian.
Agli inglesi i prodotti Rubies in the Rubble piacciono e molto, la composta di pere e fichi, di pomodori piccanti, di chili e cipolla rossa e il ketchup di banana hanno ottenuto anche riconoscimenti prestigiosi come il Great Taste.
I prezzi sono tutto sommato contenuti: si passa da 3.50 sterline del ketchup di banana alle 5 sterline della composta di pere e fichi.
Comunque niente male per un business intravisto dalla giovane imprenditrice inglese tra montagne di spazzatura.
[Crediti | Link: The Guardian]