A Mariupol fa capolino anche l’allarme colera. Il sindaco Vadym Boychenko teme che le falde acquifere potabili possano essere contaminate a causa dei rifiuti in decomposizione abbandonati per strade e alle tombe poco profonde.
Tutto ciò rischia di finire sia nell’acqua di mare che nelle fonti di acqua potabile. Il primo cittadino della città ucraina ha ribadito che la città è ormai invasa da montagne di spazzatura indifferenziata e vive in un costante stato di condizioni igieniche precarie.
Diverse malattie infettive si stanno diffondendo e non esclude che fra di esse vi sia anche il colera visto che in tutte le zone ci sono sepolture naturali e le fognature non sono funzionanti.
Breve recap del colera: si tratta di un’infezione batterica acuta provocata dal Vibrio cholerae. Il batterio in questione si trasmette tramite via orale, diretta o indiretta, anche tramite feci o alimenti e acque contaminati. Come sintomi provoca una diarrea con feci bianco-giallastre liquide e grave disidratazione. Il contatto diretto da persona a persona, soprattutto in condizioni igienico-sanitarie normali è raro. Ma quando queste condizioni vengono meno e cibo e acqua sono contaminati, ecco che si scatenano delle vere e proprie epidemie.
Ormai da qualche settimana i funzionari locali stanno avvisando tutti: a Mariupol è facile che scoppi un’epidemia di colera visto che le fonti di acqua potabile potrebbero essere ormai contaminate. Al momento, a dire il vero, non è stato confermato nessun focolaio, ma potrebbe essere solo questione di tempo visto che i continui bombardamenti hanno letteralmente distrutto i sistemi idrici e fognari (uno degli ultimi bombardamenti ha distrutto anche un treno che trasportava il cibo destinato alla cucina comunitaria dello chef José Andrés in Ucraina). In tutta la città è quasi impossibile, ormai, riuscire a trovare dell’acqua potabile pulita.
Inoltre bisogna considerare che l’Ucraina è stato l’ultimo paese europeo a registrare casi di colera: l’ultima epidemia è stata segnalata proprio a Mariupol nel 2011.